domenica 26 maggio 2013

Dal tempio: domenica

Programma delle giornate al tempio:
Sveglia alle 4.00
Mezz'ora di preghiere, mezz'ora di meditazione seduti e mezz'ora di meditazione camminando con ginnastica.
6.30 colazione con riso e verdure
8.30 meditazione, poi allenamento di Sunmudo,yoga e qui gong... Ma quando a Beom Il Un gira bene si fanno due ore di potenziamento e streaching brutale
11.00  si corre in cima alla montagna per la dimostrazione per i visitatori.
11.50 pranzo, riso e verdure
14.00 meditazione con tiro con l'arco
15.00 lavori di comunità o ancora dimostrazione
17.30 cena... Sì, a base di riso e verdure
18.30 orientamento
19.00 preghiera cantata
19.30 due ore di Sunmudo in cui si studia l'aspetto marziale e di combattimento
Poi doccia e nanna alle 22

E pare che il programma per chi sta due anni come allievo istruttore sia molto più pesante...

Sto iniziando a conoscere gli allenatori, i novizi ed i ragazzini che si allenano nel monastero. Il maestro mi chiama Cho Sep, qui i nomi sono di due sillabe quindi ha perfettamente senso, è una persona severa ma pronto alla risata ed allo scherzo...doveva essere un incubo a scuola per i professori. Ogni tanto mi viene in mente mamma che da professoressa guardava un Fiorello agli esordi e diceva :poveri i suoi professori... Mi ha sempre fatto sorridere come cosa, quindi la penso spesso quando mi capita di vedere persone particolari.
Mi ha aiutato con l'arco, anche se non era lui l'insegnante, stava solo passando da lì quando ha visto i disastri che facevo... Mosso a pietà verso le frecce sparate ovunque tranne che dove avrebbero dovuto:-)
Allenamento finito con un braccio viola per le frustate dell'arco ogni volta che si sbaglia ed una percentuale a bersaglio del 20%, più o meno quella che avrebbe fatto Ray Charles...

Dal tempio pt.2: risveglio e Australia

Sono le 6.49
Sono seduto tra gli alberi del tempio superiore ed ho già fatto mezz'ora si preghiere cantate, mezz'ora di meditazione seduti mentre fuori dal tempio albeggiava, un'ora di meditazione camminando e qui gong ed un'abbondante colazione del tutto identica alla cena (e qualcosa mi lascia presagire poche variazioni al menù per i prossimi 10 pasti).
Alla fine della colazione Corey, un marine americano che sta una notte, si è alzato ed ha dichiarato:"giusto perché lo sappiate tutti, domani sera io mi sparo un barbecue"

Gli altri compagni di allenamento sono una coppia di francesi, un tedesco di origine coreana con un padre ultramilitarista che lo ha spedito a rimettersi in forma a patto che non si lasci riempire la testa di cazzate buddhiste, che ci hanno messo un sacco in famiglia a diventare protestanti per bene. Gli altri sono koreani, un ragazzo che non parla mai ed un signore anziano altrettanto loquace.

Tra un'ora ho il primo allenamento della giornata, quello di ieri sera non è andato male e visto quanto poco ho fatto i compiti a casa col kung fu negli ultimi mesi.
Ma ora faccio un passo indietro all'Australia.

La mattina del 25 aprile, giornata di feasta nazionale in Australia per la commemorazione dell'ANZAC, siamo partiti su un pulmino scassato da Alice Springs verso Uluru, o Ayer's rock (tra l'altro il signor Ayer il sasso non lo ha nemmeno mai visto, ci ha solo messo i soldi per la spedizione).
Sei ore attraverso un deserto di terra rossa ed alberi radi, spesso ridotti in carbone dai fulmini. Per quanto monotono il paesaggio è molto bello, ogni tanto capita anche di vedere un po' di fauna locale: emu, dingo, neanche un canguro.
Uluru è una delle cose che fin da bambino desideravo vedere e come ogni cosa a lungo attesa la paura della delusione c'è sempre. Ma il sasso più grande del mondo è un vero spettacolo che cambia ogni cento metri quando gli si gira attorno. Sono poi affascinanti le caverne in cui gli aborigeni venivano ad insegnare ai giovani mostrando antichi disegni. Qui abbiamo iniziato ad imparare qualcosa della cultura e della forma mentis degli aborigeni iniziando a capire il perché della loro condizione urbana.
Una società senza la proprietà privata in cui l'unica cosa che conta è la terra su cui si è nati e che sostenta il clan senza essere coltivata. Niente case,  niente metalli, nessuna tecnologia, solo leggende come insegnamenti morali, trucchi per sopravvivere trovando acqua e cibo e leggi durissime con punizioni da mitologia greca.
Per dei corpi inadatti biologicamente all'alcool ed agli zuccheri la civiltà è una trappola mortale che trasforma la loro stessa cultura in una seconda gabbia insieme ad alcoolismo, violenza, diabete e discriminazione razziale.
Lungo la strada ci fermiamo a far legna, poi andiamo a vedere il tramonto su Uluru mentre ceniamo con le cose preparate da Jake, il nostro autista e guida, che sarà bravo a fare il suo mestiere (e lo era) , ma che in quanto inglese cucina in modo agghiacciante:-)
Ma le luci che cambiano sulla grande roccia mentre sale la luna piena sono uno di quegli spettacoli che fanno dimenticare tutto il resto e che riempiono la memoria della macchina fotografica di decine di foto impercettibilmente differenti, ogni momento sembra estere più bello del precedente o se anche non lo è tanto vale finire la serie delle foto, no?
Col buio arriviamo un affollatissimo campeggio dove dormiamo attorno al fuoco nei sacchi a pelo dentro le swags...che sono solo dei sacchi a pelo senza imbottitura ma impermeabili e con un sottile (molto sottile!) materassino.
Di fatto si gela!
Sveglia alle 5 per fare colazione guardando l'alba risvegliare Uluru e po via verso Kata Tjuta, le montagne gemelle di Uluru. Ancora notte attorno al fuoco e sveglia alle 4.45 per iniziare a camminare nel King's canyon prima dell'alba per vedere sorgere il sole mentre si arriva alla pianura sopra alla parete.
Postero presto le foto, descrivere è senza senso :-) 

Ora chiudo in fretta perché uno dei cani del tempio sta scappando con una scarpa in bocca e vorrei provare a restituirla al proprietario prima che venga masticata troppo, poi correrò ad allenarmi al

Dal tempio

Ore nove,sveglio da 5 ore, speravo in un po' di riposo...invece allenamento straordinario... let's go

sabato 25 maggio 2013

Dal Tempio pt.1: cosa ci faccio qui

Scrivo dal tempio di Golgulsa, ho iniziato oggi il mio breve "internato" in questo particolare tempio buddista dove farò vita da monastero studiando sunmudo,il kung fu koreano, facendo meditazione, yoga, studio del buddhismo secondo i ritmi dell'ordine. Sveglia alle 4 e tre allenamenti al giorno inframmezzati da studio e preghiera. Metto subito in chiaro che non ho intenzione di convertirmi ad alcunché, ma mi adatto rispettosamente alla vita dei miei ospiti.

Ma faccio o prima un breve punto della situazione: ho smesso di scrivere appena prima di partire per tre giorni di vita all'aria aperta nell'outback australiano, una volta tornato sono andato da Alice Springs a Sydney per andare in Giappone. Le tre settimane lì sono state a dir poco convulse, ogni minuto è stato destinato al turismo intensivo ed a parte qualche tweet non ho avuto né il tempo ne la tranquillità per scrivere un aggiornamento decente.
Ho viaggiato attraverso il paese da Tokyo a Fukuoka da cui due giorni fa ho preso un traghetto per Busan, seconda città della Korea posta all'estremo sud del paese.
Stamattina sono partito dalla città più poshy per andare a Gyeongju, antica capitale del regno Silla, prima che decidessero di costruire una nuova capitale seguendo le regole del feng shui (Seoul). Di Gyeongju ricordo le tombe a tumulo di antichi re ed un grande stagno pieno di fiori di loto, ricordo il quartiere antico in cui dormivo ed i ristoranti buddisti. Ma non c'è stato tempo per fare del turismo, trascinando mi dietro i due grandi zaini (al momento attorno ai 35kg insieme) in un caldo da estate piena ho vagato per i vicoli intorno alla stazione per trovare un ristorante. Un ultimo bulgoghi, prima di prendere l'autobus attraverso le montagne e venire lasciato ai piedi della salita al tempio: 2km sotto il sole delle 2 carico come un mulo da soma.

Il tempio è nato in prossimità di una scultura rupestre di Buddah incisa circa 1500 anni fa da monaci indiani e circa 30 anni fa è diventato il quartier generale dello studio del sunmudo, arte marziale tramandata dai monaci per secoli. I monaci buddisti in Korea erano prima di tutto guerrieri, erano un vero esercito di difesa del regno.
C'è da dare atto di una cosa ai coreani: non sono mai andati a rompere le scatole a nessuno con guerre e cose simili...probabilmente perchè avevano cinesi e giapponesi alla porta ogni cinque minuti, "possiamo invadervi?" "no!"
Credo che la moda del dichiarare guerra al mondo sia una cosa recente, ma si sa che le innovazioni non vengono mai capite, e speriamo che il signor Kim a Pyongyang continui ad essere cattivo profeta in patria o che trovi un altro hobby, che so, gli scacchi, i pokemon, le bocce...

E adesso sono qui, con una mezz'ora per scrivere prima di cena, alle 17.30, vestito da monaco con i visitatori che si inchinano a mani giunte quando mi incrociano tra le pagode. Vorrei dirgli che l'abito non fa il monaco (quanti di voi potrebbero spararsi questa battuta con un'attinenza simile? Vi sfido :-)  ) ma in koreano so solo salutare e ringraziare, al massimo ordinarmi da mangiare se hanno uno dei 4-5 piatti di cui ricordo il nome, quindi mi inchino sorridendo e faccio finta di nulla.
Quando però mi si sono inchinati anche due scolari del tempio la cosa ha iniziato ad essere pellicciosa, il mio taglio a la page incontra un po' troppo l'entusiasmo generale da queste parti...

Ma la domanda "che cosa ci faccio qui" ha una risposta semplice: mi riposo.

Sì, mi riposo svegliandomi alle 4 ed allenando mi quattro ore al giorno, mangiando solo riso e peperoncino, meditando nelle caverne, facendo 108 inchini appena sveglio e due sessioni di preghiera a me del tutto incomprensibile con i monaci. Incomprensibile perché mi mancano anche solo un paio d'ore di studio del buddhismo, incomprensibile perché ovviamente pregano in koreano.

Ma sì, mi riposo...beh, spero :-)