mercoledì 25 gennaio 2012

Lista della spesa

Quello che io chiamo "la lista della spesa" è un complesso file excell che compilo prima di ogni partenza, sia per un breve viaggio di lavoro di qualche giorno, sia per cose come 20 giorni on the road in Korea del sud (autunno 2010, per inciso).

Nel file entra tutto quello che mi porterò, dal caricatore del cellulare al libro da leggere, ai vestiti (identificati uno per uno: maglietta dei Dissection, maglietta dei Paradise lost, maglietta dei folkstone, felpa degli Emperor ecc ecc). C'è anche un riassunto di cosa mettere nei vari giorni per essere sicuro di non rimanere nudo a tre giorni dal rientro, faccio persino i calcoli sulle possibilità di lavare i vestiti in giro e divido tutto tra le diverse valigie.

Ok, chi mi conosce sa che io sono una delle incarnazioni viventi del Dio Disordine, sono Master of disharmony (se non conoscete i Dimmu Borgir non la capirete...non capirete molte cose, anche se non c'entrano direttamente con la loro musica, buahahah), ma questo genere di cose sono il riflesso del concetto malato di disordine che campeggia nella mia testa.

Prima del megafile excell però viene la lista vera e propria, quella che deve rispondere alla domanda fondamentale (no, la risposta non è "42"): cosa devo comprare ancora?

Ecco la lista delle cose essenziali, in grassetto quello che manca all'appello

-Magliette sacrificabili (quelle nere che uso al lavoro sotto il camice, anonime)
-Pantaloni (leggeri, magari convertibili a tre sezioni, comprati ad un festival metal in Germania)
-pantaloni da trekking (comprati per l'Islanda,2011)
-scarpe da trekking con cui poter camminare mesi (ho quelle dell'esercito svizzero, fantastiche)
-scarpe leggere/sandali (ce li ho? boh...)
-biancheria in microfibra, 4-5 cambi (mancano i calzini)
-maglie e mutandoni termici (slittino...è da qui che vengono...ma questa è un'altra storia)
-netbook usato e sacrificabile
-giacca da montagna con pile sfoderabile (Islanda)
-2 felpe di pile
-tupperware con medicinali vari

ok, si è capito il concetto...manca ancora un sacco di roba nella lista...manca anche uno zaino adatto, il mio cade a pezzi!
Ma soprattutto ancora non sapete dove andrei...diciamo che si va dalla Terra del fuoco ai deserti australiani ed alle zone di foreste tropicali asiatiche...dalle spiagge del sudest asiatico d'estate all'Himalaya d'inverno. Vi basta?;)

RTW...un prequel..un pilota...un'autoanalisi

RTW: Round the world...un giro del mondo...no, non in 80 giorni, in un anno! Sarebbe molto steampunk/victorian farlo in 80 giorni, ma non so sene varrebbe la pena...

Partiamo dall'inizio: la gente affronta un giro del mondo zaino in spalla solitamente per diverse ragioni ch vanno dall'avere del tempo da buttare via al voler mollare la propria vita...chi non si sente nel posto giusto, chi non ha voglia di una famiglia, chi vuole scappare, chi vuole arrivare, chi non sa cosa fare della propria esistenza o chi ha tanti di quei soldi che un anno di vacanza...cosa sarò mai un anno di vacanza?

Io non ho niente di tutto questo.

Io ho una laurea, un lavoro particolare e "raro"* retribuito decentemente e comunque stimolante, ho una famiglia che mi piace un sacco, ho amici e passioni, suono in più band, ho sempre pensato che avrei voluto una casa, una moglie e tanti marmocchi... eppure questa cosa del giro del mondo...

Tutto è nato dall'idea della mia...ragazza...ex...questo punto verrà sistemato più avanti, la questione è tutta in bilico,il progetto iniziale l'avevamo fatti insieme, poi ci sono stati dei disguidi ...
Comunque le alternative sono queste:
-resto qui a far “carriera” e mi trovo una brava ragazza con cui mettere su famiglia e cerco la felicità in una vita come quasi tutti la vorrebbero
-rinuncio a tutte le certezze e parto con quella che è stata la mia compagna per 7 anni senza sapere cosa sarà della mia vita dopo dicembre 2013 facendo il più bel viaggio che potrei immaginare ma col rischio di distruggere tutto quello che ho costruito finora?

Ecco, la questione del viaggio in questo caso ha una connotazione quasi filosofica…
Mi è sempre piaciuto viaggiare, ho viaggiato fin da quando ero piccolo per seguire il lavoro di papà. Sono stato anni in Norvegia quando ero quasi troppo piccolo per ricordare, poi molti anni in Africa nera, vivo lontano dalla mia Sicilia…ecco, forse questo è quello che mi ha reso un po’ apolide, più dell’infanzia a rimbalzare tra i continenti. I sono già lontano da casa! Ovvio, non posso tornare in Sicilia, ormai non avrebbe senso, però il punto resta: sono lontano da casa, quindi partire non è che cambiare posto restando comunque lontano da casa.
Questo non sarebbe una vacanza, sarebbe un viaggio…cavolo, cerco di spiegare in cosa consiste, penso che se non si ha provato ad immedesimarsi i contorni della cosa restino parecchio nebulosi.

Si tratta di stabilire un budget non proprio risibile (10-15 testoni…sì,15'000 euro, quello che metto da parte in 3-4 anni), comprare una serie di biglietti aerei con un o speciale tipo di biglietto che permette di fare circa 10 voli. Tutti gli altri spostamenti…beh, ci si arrangia. Quindi si parte con uno zaino da trekking come tante piccole lumachine e quella sarà la tua casa per un anno. Un paio di scarpe, uno di sandali, 2 pantaloni, un pantaloncino, qualche maglietta, un paio di felpe di pile, costume, biancheria…la gente va in vacanza in un villaggio turistico per una settimana portandosi il doppio della roba…
Poi si vive quasi da barboni per un anno. Si vede il mondo, si vive la strada, si impara da se stessi e da quel mondo che sembra così irreale…dire: io ho fatto il giro intorno, ho percepito la reale dimensione della terra, sono un giramondo vero, non uno che gira su se stesso e crede che guardare in tutte le direzioni facendo il giro del cortile di casa significhi aver visto tutto.

Romantico! Affascinante! Liberatorio!

…eppure mi caco sotto… rinunciare per molto tempo a quello che ho costruito in tanti anni… cavolo, a scuola (liceo classico) mi sono fatto il…ok, mi sono dato da fare senza esagerare, ma con risultati onesti, 83, ho fatto una facoltà per cui un po’ di testa ci vuole (sono un chimico puro in un mondo di industriali) e sono uscito a pieni voti ed in corso, anche se per due giorni :P
Ho un lavoro che mi piace in un’azienda che mi piace e con persone con cui mi trovo bene, chi non lo vorrebbe? Gli amici e la famiglia saranno qui ad aspettarmi, il lavoro no! Non so neanche se la persona che rientrerà in casa avrà nulla a che vedere con quella che ha chiuso la porta a chiave un anno esatto prima!

Roads go ever ever on,
Over rock and under tree,
By caves where never sun has shone,
By streams that never find the sea;
Over snow by winter sown,
And through the merry flowers of June,
Over grass and over stone,
And under mountains in the moon.

Roads go ever ever on
Under cloud and under star,
Yet feet that wandering have gone
Turn at last to home afar.
Eyes that fire and sword have seen
And horror in the halls of stone
Look at last on meadows green
And trees and hills they long have known.

Gandalf looked at him. 'My dear Bilbo!' he said, 'Something is the matter with you! You are not the hobbit that you were.'
And so they crossed the bridge and passed the mill by the river and came right back to Bilbo's own door.

Ecco i miei dubbi…io sono il re del dubbio! Pondero, rimuggino, valuto e faccio il passo all’ultimo istante. Questa volta è diverso…scegliere se partire e non fermarmi più a pensare a cosa voglio fare, ma a COME farlo.

Questo sarà il blog della mia scelta e forse del mio viaggio
autoanalisi
autocritica
autoconvincimento
...autonomia




*nel senso che faccio il ricercatore in un'azienda privata, uno su 10'000 ha questa fortuna, sono un impiegato quindi a differenza di chi sgobba in università vengo pagato...non una fortuna, ma nemmeno 800 euro al mese...dopotutto fare scienza non ha portato la ricchezza a nessuno che io conosca...neanche per sentito dire, se non dopo molti anni in cui NON si ha fatto ricerca. Diceva un mio professore: "finchè non ti togli il camice non ti daranno mai una lira in più"...solita sindrome manageriale...è vero, chi ha il camice e costruisce con fatica (e tanta) il progresso guadagnerà sempre meno di chi in giacca e cravatta si occupa solo di venderlo...non per sminuire i commerciali, ma sarebbe come dire che l'impiegato di un concessionario vale a livello aziendale più di chi la macchina l'ha progettata e garantisce che non succedano incresciosi imprevisti come, per esempio, che le ruote si stacchino appena superati i 130km/h!