sabato 14 dicembre 2013

Luci di albe e tramonti

Questo è il primo post che scrivo da sei mesi, il primo dopo il mio ritorno. L'ho scritto di getto, trovo molto difficile scrivere del viaggio ora che sono tornato e che le sensazioni sembrano così lontane, ma prometto (a me stesso, visto che non so chi leggerà queste pagine) che i racconti li scriverò e ne scriverò tanti.

Devo dire che queste mattine d'inverno mi piacciono molto...quelle mattine gelate in cui la nebbia pian piano va a dormire, la luce filtra bassa tra i rami degli alberi coperti di brina e le tonalità gialle delle prime ore del giorno disegnano strani effetti sull'erba coperta di foglie rosse. Il sole sembra pallido ma di istante in istante sembra prendere vigore e riempire i polmoni finchè la sua luce non diventa troppo abbagliante e smette di essere una sfera luminosa per essere semplicemente luce nei nostri occhi.
La luce è sempre importante per l'emotività dei posti, dove per emotività intento quella sensazione di esaltazione cosmica che ogni tanto porta l'uomo a sentirsi parte dell'universo, della natura, di un disegno più grande o, come succede ai "poveri di spirito", dentro l'inquadratura epica di un film.

Negli anni ho raccolto tante "emozioni di luce" in ogni parte del mondo e nei luoghi più disparati, da quelli più evocativi a quelli più banali. Non serve essere all'alba ad Angkor Wat o al tramonto sul Salar de Uyuni, ri cordo l'emozione di veder nascere il giorno su una collina in mezzo ai sobborghi più anonimi di Dublino come un'esperienza euforica.

Albe e tramonti, sono questi i momenti più emozionanti, sonoquelli di cui vanno a caccia i fotografi (come insegna Diana Debord nei suoi tutorials sulla fotografia). Mi chiedo se sia solo una questione di luce radente e colori o se non ci sia anche un fattore emozionale dovuto al fatto che il tramonto sia la fine del giorno, qualcosa che peressere apprezzato richiede al lavoratore di alzare la testa e guardare fuori dalla finestra dell'ufficio o sopra le transenne del cantiere.
Quanto alle albe hanno invece un significato diverso, per vedere l'alba ci si devesvegliare presto, quando tutto dorme o, meglio ancora, arrivarci dalla notte prima ed ecco che il primo raggio di sole assume un potere mistico, come un raggio di luce divino...o come la luce ispiratrice dei Blues brothers, fate voi.
L'alba porta con se un bagaglio di sensazioni che ci fa sussultare, la sensazione di essere i soli a godere della vista di quel momento, quando il sole emerge da dietro alle montagne e tutto quello che c'è dall'altro lato diventa per un momento luminoso e la tonalità rosata stacca prepotentemente sul cielo ancora notturno che dopo qualche attimo svanirà. Ci aggrappiamo a quegli istanti in cui notte e giorno si affiancano prima di sfumare l'uno nell'altro, come il tramonto è il giorno che muore e ci fa pensare che di giorno ne è passato un'altro, così l'alba è la fine della notte e ci fa chiedere quando sarà la prossima volta che avremo l'occasione per viverne un'altra dal tramonto all'alba condividendola con le persone che amiamo o che semplicemente ci fanno sentire vive.
Perchè sì, tra le cose che fanno sentire vivi c'è lo stare seduti a vedere nascere il giorno insieme a chi ci ha accompagnato attraverso tutta la notte, difficilmente credo che una persona possa essere completa senza averlo provato.

Ma questo post voleva essere un breve cappello ad una galleria di foto di albe e tramonti, è diventato l'occasione per riflettere su un grande regalo che questo anno mi ha fatto: la possibilità di fermarmi ed osservare come non facevo da anni. Col tempo, continuando ad ignorare per mancanza di tempo e di voglia si finisce a dimenticarsi delle luci e delle emozioni, ci si dimentica di alzare lo sguardo. E allora sia un invito, alzate lo sguardo per quei cinque secondi speciali, ogni tanto. E respirate a fondo, come per fare entrare la luce dentro di voi, poi tornate alle vostre vite, ma con un po' di luce e di vita in più dentro.

domenica 26 maggio 2013

Dal tempio: domenica

Programma delle giornate al tempio:
Sveglia alle 4.00
Mezz'ora di preghiere, mezz'ora di meditazione seduti e mezz'ora di meditazione camminando con ginnastica.
6.30 colazione con riso e verdure
8.30 meditazione, poi allenamento di Sunmudo,yoga e qui gong... Ma quando a Beom Il Un gira bene si fanno due ore di potenziamento e streaching brutale
11.00  si corre in cima alla montagna per la dimostrazione per i visitatori.
11.50 pranzo, riso e verdure
14.00 meditazione con tiro con l'arco
15.00 lavori di comunità o ancora dimostrazione
17.30 cena... Sì, a base di riso e verdure
18.30 orientamento
19.00 preghiera cantata
19.30 due ore di Sunmudo in cui si studia l'aspetto marziale e di combattimento
Poi doccia e nanna alle 22

E pare che il programma per chi sta due anni come allievo istruttore sia molto più pesante...

Sto iniziando a conoscere gli allenatori, i novizi ed i ragazzini che si allenano nel monastero. Il maestro mi chiama Cho Sep, qui i nomi sono di due sillabe quindi ha perfettamente senso, è una persona severa ma pronto alla risata ed allo scherzo...doveva essere un incubo a scuola per i professori. Ogni tanto mi viene in mente mamma che da professoressa guardava un Fiorello agli esordi e diceva :poveri i suoi professori... Mi ha sempre fatto sorridere come cosa, quindi la penso spesso quando mi capita di vedere persone particolari.
Mi ha aiutato con l'arco, anche se non era lui l'insegnante, stava solo passando da lì quando ha visto i disastri che facevo... Mosso a pietà verso le frecce sparate ovunque tranne che dove avrebbero dovuto:-)
Allenamento finito con un braccio viola per le frustate dell'arco ogni volta che si sbaglia ed una percentuale a bersaglio del 20%, più o meno quella che avrebbe fatto Ray Charles...

Dal tempio pt.2: risveglio e Australia

Sono le 6.49
Sono seduto tra gli alberi del tempio superiore ed ho già fatto mezz'ora si preghiere cantate, mezz'ora di meditazione seduti mentre fuori dal tempio albeggiava, un'ora di meditazione camminando e qui gong ed un'abbondante colazione del tutto identica alla cena (e qualcosa mi lascia presagire poche variazioni al menù per i prossimi 10 pasti).
Alla fine della colazione Corey, un marine americano che sta una notte, si è alzato ed ha dichiarato:"giusto perché lo sappiate tutti, domani sera io mi sparo un barbecue"

Gli altri compagni di allenamento sono una coppia di francesi, un tedesco di origine coreana con un padre ultramilitarista che lo ha spedito a rimettersi in forma a patto che non si lasci riempire la testa di cazzate buddhiste, che ci hanno messo un sacco in famiglia a diventare protestanti per bene. Gli altri sono koreani, un ragazzo che non parla mai ed un signore anziano altrettanto loquace.

Tra un'ora ho il primo allenamento della giornata, quello di ieri sera non è andato male e visto quanto poco ho fatto i compiti a casa col kung fu negli ultimi mesi.
Ma ora faccio un passo indietro all'Australia.

La mattina del 25 aprile, giornata di feasta nazionale in Australia per la commemorazione dell'ANZAC, siamo partiti su un pulmino scassato da Alice Springs verso Uluru, o Ayer's rock (tra l'altro il signor Ayer il sasso non lo ha nemmeno mai visto, ci ha solo messo i soldi per la spedizione).
Sei ore attraverso un deserto di terra rossa ed alberi radi, spesso ridotti in carbone dai fulmini. Per quanto monotono il paesaggio è molto bello, ogni tanto capita anche di vedere un po' di fauna locale: emu, dingo, neanche un canguro.
Uluru è una delle cose che fin da bambino desideravo vedere e come ogni cosa a lungo attesa la paura della delusione c'è sempre. Ma il sasso più grande del mondo è un vero spettacolo che cambia ogni cento metri quando gli si gira attorno. Sono poi affascinanti le caverne in cui gli aborigeni venivano ad insegnare ai giovani mostrando antichi disegni. Qui abbiamo iniziato ad imparare qualcosa della cultura e della forma mentis degli aborigeni iniziando a capire il perché della loro condizione urbana.
Una società senza la proprietà privata in cui l'unica cosa che conta è la terra su cui si è nati e che sostenta il clan senza essere coltivata. Niente case,  niente metalli, nessuna tecnologia, solo leggende come insegnamenti morali, trucchi per sopravvivere trovando acqua e cibo e leggi durissime con punizioni da mitologia greca.
Per dei corpi inadatti biologicamente all'alcool ed agli zuccheri la civiltà è una trappola mortale che trasforma la loro stessa cultura in una seconda gabbia insieme ad alcoolismo, violenza, diabete e discriminazione razziale.
Lungo la strada ci fermiamo a far legna, poi andiamo a vedere il tramonto su Uluru mentre ceniamo con le cose preparate da Jake, il nostro autista e guida, che sarà bravo a fare il suo mestiere (e lo era) , ma che in quanto inglese cucina in modo agghiacciante:-)
Ma le luci che cambiano sulla grande roccia mentre sale la luna piena sono uno di quegli spettacoli che fanno dimenticare tutto il resto e che riempiono la memoria della macchina fotografica di decine di foto impercettibilmente differenti, ogni momento sembra estere più bello del precedente o se anche non lo è tanto vale finire la serie delle foto, no?
Col buio arriviamo un affollatissimo campeggio dove dormiamo attorno al fuoco nei sacchi a pelo dentro le swags...che sono solo dei sacchi a pelo senza imbottitura ma impermeabili e con un sottile (molto sottile!) materassino.
Di fatto si gela!
Sveglia alle 5 per fare colazione guardando l'alba risvegliare Uluru e po via verso Kata Tjuta, le montagne gemelle di Uluru. Ancora notte attorno al fuoco e sveglia alle 4.45 per iniziare a camminare nel King's canyon prima dell'alba per vedere sorgere il sole mentre si arriva alla pianura sopra alla parete.
Postero presto le foto, descrivere è senza senso :-) 

Ora chiudo in fretta perché uno dei cani del tempio sta scappando con una scarpa in bocca e vorrei provare a restituirla al proprietario prima che venga masticata troppo, poi correrò ad allenarmi al

Dal tempio

Ore nove,sveglio da 5 ore, speravo in un po' di riposo...invece allenamento straordinario... let's go

sabato 25 maggio 2013

Dal Tempio pt.1: cosa ci faccio qui

Scrivo dal tempio di Golgulsa, ho iniziato oggi il mio breve "internato" in questo particolare tempio buddista dove farò vita da monastero studiando sunmudo,il kung fu koreano, facendo meditazione, yoga, studio del buddhismo secondo i ritmi dell'ordine. Sveglia alle 4 e tre allenamenti al giorno inframmezzati da studio e preghiera. Metto subito in chiaro che non ho intenzione di convertirmi ad alcunché, ma mi adatto rispettosamente alla vita dei miei ospiti.

Ma faccio o prima un breve punto della situazione: ho smesso di scrivere appena prima di partire per tre giorni di vita all'aria aperta nell'outback australiano, una volta tornato sono andato da Alice Springs a Sydney per andare in Giappone. Le tre settimane lì sono state a dir poco convulse, ogni minuto è stato destinato al turismo intensivo ed a parte qualche tweet non ho avuto né il tempo ne la tranquillità per scrivere un aggiornamento decente.
Ho viaggiato attraverso il paese da Tokyo a Fukuoka da cui due giorni fa ho preso un traghetto per Busan, seconda città della Korea posta all'estremo sud del paese.
Stamattina sono partito dalla città più poshy per andare a Gyeongju, antica capitale del regno Silla, prima che decidessero di costruire una nuova capitale seguendo le regole del feng shui (Seoul). Di Gyeongju ricordo le tombe a tumulo di antichi re ed un grande stagno pieno di fiori di loto, ricordo il quartiere antico in cui dormivo ed i ristoranti buddisti. Ma non c'è stato tempo per fare del turismo, trascinando mi dietro i due grandi zaini (al momento attorno ai 35kg insieme) in un caldo da estate piena ho vagato per i vicoli intorno alla stazione per trovare un ristorante. Un ultimo bulgoghi, prima di prendere l'autobus attraverso le montagne e venire lasciato ai piedi della salita al tempio: 2km sotto il sole delle 2 carico come un mulo da soma.

Il tempio è nato in prossimità di una scultura rupestre di Buddah incisa circa 1500 anni fa da monaci indiani e circa 30 anni fa è diventato il quartier generale dello studio del sunmudo, arte marziale tramandata dai monaci per secoli. I monaci buddisti in Korea erano prima di tutto guerrieri, erano un vero esercito di difesa del regno.
C'è da dare atto di una cosa ai coreani: non sono mai andati a rompere le scatole a nessuno con guerre e cose simili...probabilmente perchè avevano cinesi e giapponesi alla porta ogni cinque minuti, "possiamo invadervi?" "no!"
Credo che la moda del dichiarare guerra al mondo sia una cosa recente, ma si sa che le innovazioni non vengono mai capite, e speriamo che il signor Kim a Pyongyang continui ad essere cattivo profeta in patria o che trovi un altro hobby, che so, gli scacchi, i pokemon, le bocce...

E adesso sono qui, con una mezz'ora per scrivere prima di cena, alle 17.30, vestito da monaco con i visitatori che si inchinano a mani giunte quando mi incrociano tra le pagode. Vorrei dirgli che l'abito non fa il monaco (quanti di voi potrebbero spararsi questa battuta con un'attinenza simile? Vi sfido :-)  ) ma in koreano so solo salutare e ringraziare, al massimo ordinarmi da mangiare se hanno uno dei 4-5 piatti di cui ricordo il nome, quindi mi inchino sorridendo e faccio finta di nulla.
Quando però mi si sono inchinati anche due scolari del tempio la cosa ha iniziato ad essere pellicciosa, il mio taglio a la page incontra un po' troppo l'entusiasmo generale da queste parti...

Ma la domanda "che cosa ci faccio qui" ha una risposta semplice: mi riposo.

Sì, mi riposo svegliandomi alle 4 ed allenando mi quattro ore al giorno, mangiando solo riso e peperoncino, meditando nelle caverne, facendo 108 inchini appena sveglio e due sessioni di preghiera a me del tutto incomprensibile con i monaci. Incomprensibile perché mi mancano anche solo un paio d'ore di studio del buddhismo, incomprensibile perché ovviamente pregano in koreano.

Ma sì, mi riposo...beh, spero :-)

mercoledì 24 aprile 2013

L'impero colpisce ancora e prossimi giorni

È da un po' di giorni che mi frulla in testa questo titolo, vedo dart vader con la faccia di Bersani che difende BerluscPalpatine da Luca SkyRenzi. Ma sul più bello BerluscPalpatine ruba la battuta a Dart Bersan e dice "Luca, io sono tuo padre!" Poi solleva Darv B e lo lancia nel motore della morte nera... un incubo cinepolitico...

Ma ora le news che riguardano il mio viaggio: domani parto per tre giorni nel bush a vedere Uluru,Kata tjuta de i canyon, tre giorni di deserto in jeep e tenda. Quando tornerò parlerò degli aborigeni, ci tengo. Buona festa di...di cosa? Abbiamo ancora qualcosa da festeggiare o ad lo stiamo gfacendo giocare tutto dai politici?

lunedì 22 aprile 2013

Politica 2 - quoto gente che sa scrivere davvero

Articolo bello come pochi della sempre più grande Concita DeGregorio, analisi perfetta

https://m.facebook.com/note.php?note_id=10151613086898352

...e spiegazione per chi facesse finta di non aver capito, scritta de avvelenata da Luca Bottura.

Concordo pienamente con entrambi ed invito tutti alla lettura, soprattutto chi se ne è sbattuto in questi ultimi mesi della politica del nostro paese.

Ed ora vado a nanna cercando di sognare che tutto questo è stato solo un brutto sogno...

Politica

Visto che ho 26 comode ore di treno (sono in classe paria ma è richiesto abbigliamento smart-casual) credo che non riuscirò a trattenermi dallo scrivere,nonostante sia ancora col solo cellulare ad updatare il blog.
Ho cercato di tenere la politica lontana da questo blog ma mi sono reso conto che per tanti anni è stato tra i più importanti punti di riflessione e studio per me, quindi mi permetto una piccola parentesi sull'argomento.

Ma che ci avete guadagnato,Bersani&friends, a comportarvi così nell'unico momento da vent'anni in cui la politica non è più un bipolarismo incaprettato.

Spalare merda su Berlusconi è sacrosanto quanto meno per coerenza politica, ma salvarlo per ben due volte in due anni va oltre alle logiche della politica. Se a novembre del 2012 avessero avuto le palle di lasciarlo affondare il movimento 5 stelle sarebbe rimasto al suo 1,5% da piccola corrente extraparlamentare. Invece con queste brillanti mosse tattiche hanno portato il 35% del paese a scegliere l'antipolitica e la voglia di azzerare il sistema politico anche a costo di sostituirlo con un nuovo governo di commedianti che fanno dell'onestà e della coerenza le uniche armi della loro propaganda. Ma non dovrebbero essere i prerequisiti di ogni politico a partire dalle elezioni a sindaco del più remoto ed insignificante dei paesini? Solo questo dovrebbe essere sufficiente a rendere l'idea del quadro politico degli ultimi anni.
Quando il principale partito fa dell'antiberlusconismo l'unico punto condiviso del proprio programma politico e lo disattende puntualmente per me ha smesso di essere un'alternativa credibile. Continuerò ad interessarmi di politica ed a votare a sinistra, ma soprattutto continuerò a votare, sperando di iniziare presto a votare PER qualcuno e non principalmente CONTRO qualcuno,che quando ho fatto 18 anni Berlusconi era già troppo forte ed era l'unico argomento condiviso dalla sinistra italiana.

Sul M5S non mi esprimo, non so se sarebbero in grado di governare il paese per un mese ma condivido la voglia di cambiare la classe politica ed ammiro la coerenza...ma mi spaventa sempre quando la coerenza diventa fanatismo...

Smetto qui, ora cerco di infermi il viaggio e l'alba nel deserto cercando di non farmi venire un'ulcera dal nervoso degli ultimi giorni e cerco di dormire che ho due occhiaie che sembrò uno sharpei. Buona notte,deserto, buona notte canguri.

PS:arrivato ad Alice Springs, 34 gradi, mi hanno fatto un piccolo regalo all'ostello. Non avendo posto mi hanno riprotetto su un motel con stanza privata da molti Austrodollari. Senso sempre che il Kharma non lavori in debito,quindi le possibilità sono due: o non me la sono spesa abbastanza per certi colpi di sfortuna o devo ancora scoprire qualcosa!:)

Abbandono i dubbi e vado a fare un bagno in piscina, già che c'è, poi spesa e cena da cucinare.

sabato 20 aprile 2013

Adelaide - note di viaggio senza connessione

L'arrivo ad Adelaide è stato divertente...Dorothy, la padrona di casa, è venuta alla fermata dell'autobus con la "macchina aziendale", quella nella foto. Sì, l'azienda è la Riti di passaggio, quando arriva mi tocco le...faccio gli scongiuri senza nemmeno cercare di essere troppo  discreto, ma era notte e sono stato preso alla sprovvista:)

In realtà Dorothy non fa solo funerali,ma tutti i generi di cerimonie dai matrimoni alle feste di licenziamento alle cresime ai matrimoni wiccan, come si vede in foto. Niente che abbia valore religioso,credo,l'unica persona che ho incontrato che celebrasse matrimoni pagani è Ossian, e non me lo vedo a fare l'organizzatore di battesimi o di puritani addii al celibato.

Alcuni giorni fa ho provato un nuovo tipo di carne,il canguro! Non male come carne,un po' fortina, tipo agnello ma con un che di cacciagione. In effetti il canguro ha un muso pecoroide, ma non mi aspettavo che somigliasse a qualcosa di conosciuto.
Paradossalmente in Australia i canguri sono considerati "pests",ovvero infestamtg e nocivi per l'ambiente,quindi oltre ad essere legale cacciarli è lo stato stesso che si organizza per controllarne il numero. La pelle si usa per applicazioni particolari come le uve fa noto de i cappelli, ma le carcasse venivano bruciate. Anni fa la Russia ha iniziato a comprare le carcasse perché hanno scoperto che è una carne sanissima,senza grassi e piena di proteine rare. Fa quel momento anche gli australiani di città hanno smesso di considerarli grossi topi per ricollocarli nella più dignitosa e remunerativa categoria alimentare dei bovini bipedi.

venerdì 19 aprile 2013

Adelaide 1


Scrivo dal giardino botanico di Adelaide col cellulare,visto che il mio tabldt è morto a causa di un aggiornamento che ho cannato.
Sdraiato sull'erba sotto un pino cercando di ignorare due bambini che frignano perché non sanno scendere da un ramo a mezzo metro da terra. Mi stupisco sempre di quanto siano impediti i bambini oggi, ricordo quando a sette-otto anni con mio fratello ci arrampicavamo due di nascosto sull'albero dell'ultima villetta della via a Pointe Noire e se anche cadevamo non dicevamo niente per risparmiarci una lavata di testa. Questi due masticamerendine chiamano la mamma che si sta facendo i fatti suoi con le amiche. Che tornino a giocare con la playstation, non sanno nemmeno giocare dieci minuti senza un input dall'esterno, senza avere qualcuno da cui farsi guardare. Penso che i giorni più belli della mia infanzia siano stati quelli passati con papà a giocare al mare, ma non posso dimenticare il piacere di scappare di casa dopo i compiti per andarmi a nascondere con i miei amici per pianificare giochi più o meno avventati. Salire sul tetto della scuola quando ero alle elementari era difficile, era pericoloso,era proibito. Richiedeva pianificazione perchè c'era un bidello che aveva casa al piano terra, era elettrizzante! Si entrata dal cancello,si arrivava al giardino soprelevato dove c'era un enorme albero di mango ed un parapetto che faceva da scalino per il primo tetto. Una delle pareti aveva i mattoni con le prese di luce a croce lombarda,come le stalle delle cascine, arrampicarsi era uno scherzo e con un po' di pratica si riusciva a superare anche la grondaia ed arrivare sull'ultimo tetto. Per scendere usavamo un ramo flessibile, salvando dal tetto al primo piano. Ricordo di averne prese un bel po' una volta che siamo stati visti dalla strada, in fondo l'unico vero rischio era quello di venire scoperti. La scelta era tra l'arrendersi (e prenderle, erano meritate) e tentare di sgattaiolare senza essere riconosciuti,visto che il bidello di guardia non ci vedeva ad un paio di metri...ed è per scappare  che prima o poi ci piano fatti tutti male. Io ricordo una caviglia sistemata in ambulatorio per aver saltato dal primo piano, cosa che oggi non penserei nemmeno di fare! ...ok,lo farei,ma con molta malcelata paura:)
Per fortuna i mocciosi indegni sono stati recuperati dalla mammina (vergogna!buuu!) ed il parco è tornato vivibile.

La tappa di Melbourne è stata to mezzo ritorno alla vita normale. Sono stato ospite di una coppia di giovani punk vegani, Laura e Ben, e dei due famelici gatti Theodore e Preston. Soprattutto la piccola palla di pelliccia rossa è scappato con mezza frittata spesa dal mio piatto mentre cercato di prendere l'altra bestia che stava per leccare la padella incandescente.

Alba dalla cucina di Laura&Ben
Ma a parte questo devo dire che è stato speciale stare in casa ad ascoltare musica con Ben, passeggiare senza meta con la musica nelle orecchie, uscire ad una serata dark... un po' ci si sente a casa.

Ho anche dato un taglio all'ostracismo nei confronti dei jeans. È vero che in teoria per il tipo di viaggio che sto facendo non sono affatto comodi,sono pesanti e ci mettono una vita ad asciugare,ma ora che passerò alcuni mesi al caldo e soprattutto in città...cavolo,uso i jeans tutti i giorni della mia vita da almeno vent'anni,estate e inverno,stare senza è stato troppo difficile...
È strano come ci sì abitui ad una vita diversa più facilmente di quanto sì riesca ad abbandonare piccole comodità del tutto superflue,lo trovo preoccupante. I jeans, la posta elettronica, il formaggio...altri sentono la mancanza di facebook e di un bagno privato in cui disporre le proprie cose secondo un personalissimo feng shui... io ho il mio feng shui quando faccio i panini, ogni centimetro quadrato deve avere un po' di tutti i condimenti, quindi finisco per lavorare alla composizione di una specie di giardino zen commestibile.

Per farla breve ho trovato in un charity shop dei jeans a zampa che mi stanno perfettamente. Non me avevo mai avuti...fanno un po' hippie ma ci possono stare:)
I dodici apostoli - Great ocean road

Anche se il tempo a Melbourne è stato abbastanza brutto mi ha graziato con l'unica giornata senza pioggia quando sono andato a vedere la Great ocean road e la sera che sono andato ad una serata dark molto conosciuta. Diciamo che l'Europa è un'altra cosa,ma tutto sommato un po' di vita da club ci stava,anche se non avevo molto da mettermi. Jeans e smanicata nera, passabilmente tamarro :)

Ora sto passando alcuni giorni qui ad Adelaide in attesa del GHAN, il treno che dalla costa meridionale attraversa il deserto per arrivare ad Alice Springs in 24 comode ore.
E da lì passerò tre giorni nel deserto per vedere Uluru,il mio pallino da quando da bambino ho visto "Bianca e Bernie nella terra dei canguri". In realtà ci saranno cose molto o più belle da vedere, ma ogni tanto è bello ricordarsi delle piccole fissazioni che avevo tanto tempo fa.

Nota a margine
L'australia sembra piccola,ma basta guardare una cartina comparativa per piantarla con i discorsi da backpacker talebano che viaggia solo via terra e prendere gli aerei (che costano anche molto meno!)

venerdì 12 aprile 2013

Melebourne

Arrivato da un paio di giorni a Melbourne dopo quasi una settimana a Sydney in cui ho fatto poco più che il turista. Visitato l'acquario e lo zoo, passeggiatm al giardino botanico ed andato alla festa di compleanno a care di cupcakes della mia host Lisa, una folle performer Burlesque. Il sto balcone però sembrava una depandance dello zoo, ho fatto colazione con i pappagalli verdi e preso il the con un grosso cacatua che si arrampicava sulla ringhiera...
Ma dicevo, dopo un paio d'ore di volo sono arrivato ad Avalon, un po' l'Orio al Serio di Melbourne.
In città si respira decisamente un'altra aria rispetto alla yankeissima Sydney, qui sembra tutto molto più europeo. Anche l'underground ricorda molto l'europa, per esempio i due ragazzi della coppia da cui ho affittato una camera sono due punk vegani,sembrano usciti da Umea, ed ho città ho trovato un club gothic-elektro-cyber molto simile a quelli che frequento in Austria e Germania. Sabato magari ci faccio serata,re trovo il modo di vestirmi adeguatamente, dopotutto sono uscito solo un paio di volte ed toun po' mi manca quella parte di vita.

PS: Tra le mie cose da turista c'è anche un cappello di pelle di canguro. Pieghevole, molto meglio di quello di plastica velata comprato in Cile. Non sono mai stato attratto da cappelli del genere, ma sono molto comodi per viaggiare e fare trekking. Ma ad essere onesto sono stato attirato da quelli decorati con denti di coccodrillo...ma no,non per l'estetica, ma per l'irrefrenabile impulso di andare in giro per il negozio di souvenir dicendo frasi come: andiamo a fare un giringiro, questo è un coltello!, hei, e tu di che tribù sei? Hei, qualche allocam ha messo due cessi qui dentro! ...serve per lavarsi il culo,vero?

Alla fine mi ci sono affezionato e neho preso uno che mi stesse comodo (dannata testa piccola,quasi devo cercare nel reparto bambini...passi i cappelli, ma andare in noto con un casco troppo grande sembra di indossare un bidone di vernice...)

...ovviamente senza denti di coccodrillo, ma l'effetto non cambia...sembro sempre un deficiente che imita un film degli anni '80!

domenica 7 aprile 2013

Australia

Sono arrivato in Australia!
Dopo aver visto metà del mio update sulla Nuova Zelanda sparire per un problema della rete ho deciso di riprendere ad aggiornare il blog dal cellulare. Farò dei post di fotografie fatte con la macchina buona e lascerò quelle del cellulare per i post "volanti".

Dicevo, sono arrivato in
Australia da un paio di giorni,alloggio con AirB&B da una simpaticissima e disorganizzatissima performer burlesque/ingegnere ambientale in un condominio sulla baia di Sydney a 20 minuti di traghetto dal centro. Questa è la vista:

lunedì 25 marzo 2013

Post di arretrati


A volte succedono strane cose...passo quasi due mesi a non riuscire ad aggiornare questo blog e mi ritrovo a scrivere una notte (al momento sono le quattro del mattino) insieme ad un anziano giapponese che soffre di insonnia mentre cerco, arrotolato su un divano della lounge, di prendere sonno dopo che una famiglia di maleducatissimi cinesi ha reso impossibile dormire in camerata...

ma poco importa, ora sono qui a dare spiegazioni a molte persone che mi hanno chiesto cosa mi fosse successo, dal momento che il mio blog non veniva aggiornato da molte settimane. Quel che è successo è semplice: ho avuto poco tempo e soprattutto poche occasioni di mettere le mani su una tastiera nelle ultime settimane di SudAmerica e non ho avuto occasione di connetetrmi seriamente ad internet in Nuova Zelanda dal momento che le tariffe qui sono a consumo e costano salate. In pratica un post da un quarto d'ora con 3-4 foto mi costerebbe non meno di 5 euro! Quindi ho limitato il mio trafffico online a poche mail familiari.

Ma ora, mentre il mio compagno di lounge apre, piega, risvolta un gomitolo di cartine topografiche con sonori sbadigli cercherò di fare un riassunto dell'ultimo mese e mezzo cercando di far parlare più le foto che le dita sulla tastiera.

Inizierei da dove ho smesso di dare segni di vita, ovvero da San Pedro de Atacama

 
San Pedro de Atacama
 
Un viaggio notturno attraverso il nord minerario del Cile mi porta nei deserti del Nord, nelle terre dei discendenti dell'impero Inca. San Pedro de Atacama non è altro che un piccolo paese di case di fango che oggi è invaso da turisti di ogni tipo: backpackers, tour di pensionati in vacanza, camminatori... L?unica ragione per passarci del tempo è la possibilità di vedere alcune stranezze della natura ed il fatto che sia il posto migliore per trovare delle guide per passare nella viina Bolivia.
Il primo giorno passa alla ricerca della migliore offerta e forti dell'essere in tre riusciamo a spuntare un buon prezzo per un passaggio in jeep attraverso le montagne con ritorno dopo 4 giorni.

Tra le cose particolari da fare a San Pedro ce n'è una a cui non mi sento di rinunciare: salire su dune di sabbia alte 60 metri nella Valle de la muerte (nome assolutamente recente e dal tocco turisticamente naif) e scendere su una tavola da Snowboard!


Esperienza splendida, surfare sulle dune è più dificile che sulla neve ma se si cade non ci si fa male...o almeno in linea di principio, la nostra guida fa presente che andare giù dritto per dritto al di là del togliere gran parte del piacere alla cosa, si risolve di solito con la morte per sfracellamento, visto che in fondo ai 200 metri di sabbia si arriva a circa 50kmh su rocce affilate...
"van a morir!"
conciso ed esaustivo, non ammette repliche...



Ma la sabbia è morbida, cadere non fa male, il paesaggio è spettacolare e divertentissimo,se non fosse che risalire a piedi a 2200metri con 35°C e senza un filo d'ombra sia una faticaccia!
E dopo le dune, via alla Valle de la Luna a vedere il tramonto bevendo Pisco Sour!



Due aneddoti: ai due estremi della valle ci sono una coppia di vulcani da una parte ed una grande montagna rotonda dall'altra. I due vulcani sono uno a cono, l'altro più tozzo, come se la parte finale del cono fosse esplosa. La leggenda racconta che fossero due fratelli innamorati della stessa donna, ovvero la montagna dall'altra parte. Uno dei due era lo sposo, l'altro l'amante. Quando loro padre (che, per inciso, è una quarta montagna visibile dalla valle) scopre l'intreccio in stile Beautiful va a dirlo al vulcano legittimamente coniugato alla montagna fedifraga...il vulcano decapita il fratello, per questo oggi gli manca la vetta. E' una storia quechua, ma c'è di bello che nelle notti dei solstizi la luna sorga dal vulcano cono e tramonti esattamente nella montagna sua sposa.

Secondo aneddoto: il pisco sour è uncocktail molto fresco ed estivo che viene rivendicato come bevanda nazionale sia dal Cile che dal Perù...la nostra guida (quella del "asì van a morir!") ci dice che è stato inventato in Perù ma che è di proprietà cilena perchè è un'altra delle cose che gli hanno conquistato con la guerra del pacifico 150 anni fa! Brindisi e giù un altro bicchiere! :D






Il secondo giorno a San Pedro viene utilizzato per i preparativi alla spedizione boliviana e per andare a vedere due pozzi gemelli (profondi centinaia di metri ed in cui mi butto nonostante l'acqua gelida e fetida), un lago salato, il più denso al mondo (il Sudamerica ama i primati, anche se non sono veri...) e le pianure di sale degli altipiani su cui è possibile fare foto sceme con strani efetti di prospettiva. Ma sono solo le prove geerali, tra 4 giorni saremo sul salar di Uyuni, una crosta di critalli di sale di 25 chilometri spessa 7 metri! Ma con una sorpresa che scopriremo solo al nostro arrivo...







La giornata si conclude con un altro piscosour al tramonto e con una notte gelida coronata da migliaia di stelle sul deserto.



Bolivia

Metto questa come prima immagine della Bolivia: al posto di frontiera a circa 300 metri dall'ufficio doganale sta un pullmino abbandonato. Scommetto che tutti penseranno ad Into the wild vedendolo...beh, è la latrina per turisti della frontiera! non ho fatto foto di quello che c'è appena dietro per non portare con me il ricordo, preferisco lasciarmi dentro l'emozione che ho provato nel vederlo.

Quattro jeep con sedici turisti di 7 paesi e 5 lingue diverse si arrampica sulle montagne verso il confine. Arrivati a 5000 metri, dopo quasi 3000 di salita in 6 ore i sedici turisti si ritrovano in una baracca senza doccia e con la luce elettrica fino alle 9 di sera e, nonostante la grande quantità di foglie di coca masticate, bollite, infuse ed ingoiate, con un mal di testa devastante. 


Per tutta la notte abbiamo ciondolato come zombie agonizzanti in preda al mal d'altitudine. Ogni passo manca il fiato, ogni pensieto è una martellata sulle tempie, ogni respiro più profondo tappa le orecchie. E mentre passeggiamo tra montagne di una bellezza strappalacrime ci accorgiamo che le guide Quechua ed i ragazzini dell'avamposto stanno GIOCANDO A CALCIO!!!!! a 5000 metri corrono come fosseo al mare mentre noi per alzarci e raggiungere il bagno facciamo due o tre tappe per riprendere fiato.





















(Nella foto sopra sul treno c'è scritto:
"COSI' E' LA VITA - si necessita di un meccanico con espeienza
                  urgentemente!"

...credo che ne farò un poster!)


Nei giorni seguenti il mal d'altitudine si attenua, passiamo attraverso deserti, lagune, alberi di pietra e cimiteri di treni nel deserto in attesa del grande evento: il salar di Uyuni, la grande pianura di sale...allagata! Al posto della pianura candida ci aspetta uno specchio perfetto di 25km!









Spettacolare, credo che in due ore siano state scattate 10000 foto, abbiamo fatto coreografie ed ogni tipo di stupidaggine, ma il premio creatività è stato vinto da una coppia di sposini cinesi che viaggiavano con noi e si sono presentati in abito da sera con cavalletto per la macchina fotografica e scatto ogni 4 secondi per il loro album di nozze. Geniali...folli!!! ovviamente qualcuno non ha resistito alla tentazione di fare fotobombing e pare se la siano un po' presa.




L'avventura dei due "chinos" però è solo al principio. Dopo il salar passiamo un'oretta alla piccola cittadina di Uyuni e lì i chinos spariscono...attesi invano per ore vengono abbandonati con una doppia illegalità sulla testa: il loro visto dura solo 4 giorni ed ai cinesi non è permesso entrare in bolivia senza essere accompagnati da qualcuno che possa garantire per loro. Il viaggio di ritorno al Cile il giorno dopo viene passato cercando di immaginare tutti i possibili scenari burocratici e politici che questa storia avrebbe potuto generare.


Comunque mi resta della Bolivia un bel ricordo, il gruppo si è affiatato bene, sono riuscito a parlare 4 lingue nella stessa conversazione, poi ho visto paesaggi incredibili...ma soprattutto ho visto una parte di mondo in fuga dal presente...gente che vive su montagne a due giorni di macchina dalla prima città, che usa una lingua vecchia di millenni, un popolo ancora oggi distrutto dalla piaga dell'alcolismo come i loro avi nel '600...ma ancora così legato alla propria terra, alle proprie montagne ed al loro senso dell'essere un popolo diverso, checchè ne dicano i cileni, i politici di La Paz o i turisti che si lamentano perchè non c'è acqua calda e la notte, sebbene sia estate, ci siano 5 gradi anche dentro alle case, dopotutto sono fatte di mattoni e fango ed aparte loro ci dorme solo qualche camionista e qualche minatore in cerca di lavoro tra Antofagasta, Calama ed Uyuni...

Carnevale tradizionale di San Pedro con una sovrapposizione spettacolare di cristianesimo e mitologia locale















Santiago

Dopo qualche giorno di decompressione a La Serena per scrostarsi la sabbia dai vestiti ecco arrivare la prima grande città dopo Buenos Aires...sembrano passati mesi e mesi e mesi...

Santiago è quanto di più europeo potessi aspettarmi di trovare in Sudamerica. Città di affari, di cultura, di università, città di storia e di fusione tra l'ordine germanico, l'eleganza dei conquistadores spagnoli e l'allegro caos dei mapuche!



La guida è Juan, il ragazzo di Carolin, ragazza tedesca che insegna traduzione simultanea tra spagnolo e tdesco all'univesità di Concepcion. Girare la città con qualcuno che ci è cresciuto è qualcosa di molto diverso dal fare semplicemente il turista, anche se abbiamo passato più tempo a parlare dell'Europa e della società italiana che del Cile.
Ha fatto molto ridere lo stereotipo della donna sudamericana che è una Belèn Rodriguez, una Alessandra Ambrosio, una Adriana Lima o una Sofia Vergara...mi è stato risposto tra le risate che la donna media cilena è alta un metro e cinquanta e che per quanto possa essere bella di lineamenti e con un fisichino da pinup, bastava guardare il menù del ristorantino in cui stavamo mangiando per capire come mai dopo i 25 anni rischino di somigliare più ad un comodino se non fanno attenzione alla dieta.


Attività: mangiare koreano e peruviano, perdersi alla Persa-BioBio, comprare due nuovi mate (uno di palo santo ed uno di alluminio da viaggio) e delle bombillas nuove, comprare frutta sconosciuta ai mercati generali, bere latte d'asina munto in mezzo alla strada (cosa che anche Juan riteneva quantomeno azzardata per qualcuno che viene da lontano e da luoghi in cui la flora intestinale è molto meno aggressiva, ma ho dimostrato una resistenza allo sguaràus fuori dall'umano in questi mesi, grazie forse ai 5 anni di Africa).
Ho anche dovuto spedire a casa un po' di cose, il mio bellissimo maglione di pelo di lama da 13 euro, i regali per la famiglia, un pile...dovrò scrivere un post sui pezzi persi, rimandati a casa, su quelli aggiunti in corsa.
Nel frattempo sono "sopravvissuto" ad un piccolo terremoto e ad una giornata in cui la città è stata senz'acqua per un alluvione in montagna che ha inquinato la fauna...non ci si annoia mai nelle grandi città...
 




 

Nota: dormire in una casa vera, in una stanza vera è già bellissimo...se poi dalla finestra entra un gatto strapeloso che vuole accucciarsi di fianco come se avessi sempre vissuto lì, beh, ci si sente un po' a casa e certe volte mancano proprio cose di questo genere!






...certo, la sua controparte assassina che non vuole che venga acceso il giradischi...


Quindi si arriva al momeno in cui si lascia il SudAmerica, in cui si smette di parlare spagnolo (ero diventato bravino! Continuavo a sbagliare i verbi al passato, però riuscivo a fare un sacco di discussioni dai viaggi alla politica alla poesia di Dante, alla filosofia...non me lo sarei mai aspettato, davvero!). Tornerò, è l'unica cosa che posso dire, ho visto i paesaggi ma ora voglio tornare per vedere le città ed i paesini, per vedere la parte meno turistica in cui si sta più a contatto con persone che stanno facendo una vita normale.
Sono rimasto ammirato da quanto siano europee certe città, la televisione, le pubblicità, anche se a volte tradiscono la semplicioneria sudamericana in alcuni dettagli privi di valore, in fondo...per esempio sono impazzito su questa pubblicità della metropolitana di Santiago (che per inciso è più grande, più pulita, più regolare e più rifinita di quelle di Roma e Milano):
Io vedo almeno tre errori (braccio peloso della modella a parte) 
1.si vede che la ragazza è stata incollata 
2. ha i guanti messi al contrario
3. il fatto che stiano piantando un alberello in mezzo ad un cantiere pieno di ferraglia prima di bonificarlo e che il tizio dietro al posto diun sacco di terriccio per le piante abbia in mano un sacco di cemento!

Ma sono cose come queste che fanno sorridere e venir voglia di abbracciare il continente :)

Auckland

Dopo un volo LAN di 13 ore atterriamo ad Auckland alle 4 e mezza e superata l'immigration (mi hanno controllato le scarpe da trekking ed i bastoni per vedere che fosse stata tolta tutta la terra -.- ) ed il mio primo desiderio è una colazione all'inglese a base di sausages, baked beans, uova e black pudding!

Dopo lo shock della spesa (dopo il Sudamerica i prezzi fanno paura...ma restano leggermente più bassi di quelli europei...) inizia la visita della città. Quello che mi colpisce è il fatto che sembri una città americana senza la gente...c'è davvero molta meno gente di quella a cui mi sono abituato in Europa.Mi ha colpito molto il grado di integrazione dei maori, la differenza con i racconti miserevoli a proposito degli aborigeni australiani mi avevano preparato a qualcosa di diverso, invece c'è un grandissimo revival culturale maori che va dai tatuaggi ai festival al fatto che la lingua locale sia insegnata nelle scuole (giusto i rudimenti) e che ci siano radio e canali TV in lingua maori.



Questo sono io (ma no?) con due delle Black Magic del Team New Zealand! Anni fa guardavo la coppa America, mi svegliavo la notte per vedere le gare e mi ricordavo quando riuscivo ancora ad andare in barca...vedere dal vero queste barche mi ha fatto tornare la voglia, vedee che ancora riesco a dare un nome a buona parte dei pezzi e che ricordo ancora come si usi tutto quello che vedo su un ponte mi dava uno strano senso di euforia...

Comunque per 200 euro ti ci fanno fare un match race...qualche anno fa non avrei rinunciato! :)

Due parole vanno spese sul posto in cui ho alloggiato:
una comune...
tutti facevano qualcosa, chi le pulizie, chi cucinava, chi curava l'orto e le galline, chi le casse di compost (di ben tre tipi!) e tutti erano spensierati e fancazzisti :D
Non funzionava niente ma nessuno se ne lamentava, la sera si facevano grigliate in giardino seduti attorno ad un falò su vecchi divani e sedili d'auto messi in cerchio.
Non è un ostello, ho avuto il dubbio che fossero squatters e che la casa non fosse nemmeno di Marcelo, il brasiliano evanescente a capo della baracca.
Ma una delle frasi scritte in giro per la casa l'ho tenuta dentro di me riadattandola:
"Il vero viaggio alla scoperta non consiste nel cercare nuovi paesaggi da vedere, ma nel trovare nuovi occhi con cui guardare"

Paihia
 La punta settentrionale dell'isola del nord ha un clima quasi tropicale. Qui è sbarcato il capitano Cook quando ha scoperto la Nuova Zelanda e trovandosi in una baia con circa 140 isol, isolotti e scogli decise di chiamarla Bay of island, la baia delle isole....ancora oggi restano sia il nome della baia dato da Cook che il disappunto per una scelta talmente ovvia da sembrare ottusa.
Comunque qui di fianco ecco la vista dell'alba dalla finestra del mio ostello...diciamo che non credo di aver mai avuto una vista del genere nemmeno in albergo, figuriamoci in una stanza con letti a meno di 20 euro...


Giorno uno...ecco che ritornano le barche a vela!

PAsso la giornata su una barca che ha fatto una regata intorno al mondo, una barca da competizione in cui mi sono opfferto di fare l'uomodi fatica ai grinders  e l'aiutante alle vele.
Che bella sensazione...la Bay of island è un paradiso per le barche, 144 isole coperte di vegetazione, acqua turchese, delfini, un bel sole per molti mesi all'anno.




...sì, l'ho pure guidata!

Peccato non avere potuto fare foto quando il vento era davvero teso, questo tipo di barche si piegano un sacco ed arrivano a mettere in acqua le passrelle laterali. Ma ero occupato a stare aggrappato e non mi sembrava il caso di mettermi a fare foto appeso com'ero.


Una delle pause vicino ad un'isola:
si arriva a nuoto sulla spiaggia portando l'attrezzatura da snorkeling da usare nella laguna sull'altra parte dell'isola


Questa invece è l'isola su cui è approdato Cook

La storia che mi hanno raccontato fa acqua da tutte le parti ma l'ho trovata divertente:
Cook arriva nella Bay of Island e manda alcune scialuppe su un'isola che sembrava abbastanza grande da avere acqua. C?è da ricordare che sulle scialuppe si voga dando le spalle alla prua,quindi chi fatica non vede nemmeno dove sta andando...al contrario di quanto succede nella voga con la pagaia a cui erano abituati i maori ed in cui si guarda avanti.
Gli abitanti dell'isola vedono quindi arrivare quelle che per loro erano canoe spinte da demoni con la faccia dietro la nuca e decidono di vender cara la pelle. La prassi della diplomazia europea di quel tempo però si fondava su due pilastri: cannoni e predicatori, possibilmente in sinergia.
Cook fa cannoneggiare l'isola e poi manda un missionario fijiano ad evangelizzare gli indigeni.

Rotorua
Rotorua è la capitale culturale Maori, in città si organizzano motissimi tour in cui i Maori accolgono i turisti in (non) vestiti tradizionali come fossero gli esploratori di due secoli fa...a volte mi chiedo quanto andranno avanti a fare questo genere di cazzate da turisti americani, certe volte sembra Disneyland, ci mancano solo Topolino e Pippo che salutano dal carretto di carnevale...
Non dico che tutti i tour siano pacchianate del genere, ma ho sentito racconti agghiaccianti di performances umilianti con i babbioni di pensionati americani in crociera che credono sia tutto vero!
Ok, metto da parte l'astio e passo a raccontare: anzichè buttarmi da una collina in una òpalla di gomma (zorbit) come preventivato mesi fa ho investito la stessa cifra per comprare un biglietto i ingresso al Te Matatini, il festival annuale Maori che gira attorno alla competizione nazionale di haka! Ogni clan del paese manda una squadra di guerrieri e donne cantanti per fare un'esibizione di cori, danze di guerra e danze che sfumano l'una nell'altra per circa 40 minuti di performance ininterrotta. Uno spettacolo davvero, si riesece ad apprezzare le diverse sfumature del canto di questa tradizione in un eveto che raccoglie un intero popolo. Devo dire che la vista non è sempre delle migliori, dal momento che la moda attuale dei giovani è quella da ghetto nero americano. Ho notato nel corso dei mesi come la lingua tradizionale sia parlata pochissimo dai giovani e che mlti gesti tradizionali di saluto siano rarissimi e quasi sempre fatti con un senso di disagio quando un anziano lo esige. Il saluto fronte contro fronte l'ho visto solo tra persone di una certa età ed il saluto Kia ora è più usato dai bianchi negli uffici del turismo. Ma di tante di queste cose avrò modo di parlarne con una persona molto speciale nel giro di qualche settimana...
Restano due certezze:
-i non-maori presenti al festival saranno si e no l'1% dei presenti e la cosa un po' intimidisce
-non ho mai visto tanti tatuaggi tutti insieme! Chiunque dai 12 anni in su ha almeno un tatuaggio tradizionale. Ma anche dei tatuaggi maori, i Ta Moko, parlerò in un post dedicato, per ora mi limito a dire che finalmente vedo quello che tanto impressiona chi viene per la prima volta in Nuova Zelanda: i tatuaggi che coprono il viso. Non si può resistere all'impulso di fissarli e di provare rispetto per chi ha scelto di non poter mai più nascondere la propria cultura e la propria posizione sociale. Per molti anni è stato un modo certo per essere ghettizzati, oggi è molto più accettato, ma credo che fuori dal paese sia il più definitivo dei tatuaggi "no future".
In realtà anche i tatuaggi sul mento delle donne hanno qualcosa di molto attraente, ma crea sempre un po' di disagio parlare con una persona senza riuscire a staccarle gli occhi da una parte del viso, ci si sente scortesi.
Dopo il festival comunque non ho potuto non interessarmi a tutto quello che ruota attorno a quesllo che qui non è quasi mai un ornamento ma racconta sempre una storia passata, l'appartenenza a qualcosa ed un proposito per il futuro tra genealogia, bandismo, filosofia di vita ed affermazione culturale.

A questo punto avrei voluto mettere il video del mio clan preferito, ma non sono riuscito a trovarlo in rete.
Non avevano la parte melodica migliore, ma il capo riempiva il palco da solo (non per la panza!) ed i passaggi dalla melodia alle "minacce" faceva venire i brividi.
Questo però è un "best of" interessante:
http://www.youtube.com/watch?v=5_MhSTXnNxA


Tongariro National Park
Una cosa che speravo di fare in questo viaggio era quella di collezionare quante più camminate possibile tra quelle delle top ten internazionali. Il Tongariro crossing,ovvero l'attraversamento del passo tra due vulcani, il Tongariro ed il Ngauaroe, è considerata da molti la camminata di un giorno più bella del mondo.



Non so se sia un titolo meritato ma è stata di sicuro una delle più emozionanti della mia vita.
Il percorso è interrotto a causa di un'eruzione iniziata ad agosto dell'anno scorso, ma si riesce comunque a raggiungere sia gli Emerald lakes che il cratere rosso. Ma non è quello il mio obiettivo di giornata. Si da il caso che dei tre vulcani del parco uno sia conosciuto come il Monte Fato! Il campo di lava ai suoi piedi è stato usato per girare le scene di Mordor ne Il signore degli anelli ed il vulcano è stato scelto per essere la montagna in cui l'Anello dev'essere lanciato pe assicurarne la distruzione.

La prima parte della camminata è stata semplice, ma arrivato a 1100 metri inizia il cono del vulcano. Una parete a 45° di sassolini di pietra pomice, ad ogni passo segue una scivolata o uno sprofondamento e ci si ritrova ad essere saliti di circa 10 centimetri...frustrante, irritante e sconfortante. Soprattutto perchè la cima è a 2291 sudatissimi metri.
Il fatto è che non voglio solo salire in cima, voglio farlo battendo un tempo che mi sono prefissato: un'ora e mezza contro le 2-3 segnate sulle carte, e per farlo mi arrampico sulla colata di lava dell'ultima eruzione, circa 300 anni fa. Ci metto solo un'ora e 20, una persona preparata lo farebbe in un'ora senza sudarsela troppo ma io mi sento a posto così. La vista è fantastica, l'emozione mi fa venir voglia di saltare, ma evito vista la precarietà dell'appoggio in bilico sul cratere. Nonostante i 30 gradi della giornata (nemmeno una nuvoletta) ed il fatto che la pietra stessa del vulcano emetta calore e d il cratere sia coronato di fomarole, sul fondo c'è la neve che dall'inverno non si è ancora sciolta.
Le foto che posso fare non rendono giustizia allo spettacolo che ho davanti, quelle scaricate da internet fanno molto meglio ma non mi soddisferanno ami del tutto.





La discesa:
la discesa su un terreno simile consiste nel galleggiare sopra una piccola valanga per circa mezz'ora cercando di guidare con i piedi...sembra di schiacciare l'uva. Ovviamente pago la sbruffonata della mattina con un crampo che mi fa ruzzolare rigido come una capra epilettica per diversi metri ma senza fare danni a parte un livido sul sedere.
A soffrire l'escursione sono stati però i miei scarponi da montagna che sono semidistrutti. La pelle è scorticata come se avessi preso a calci della carta vetrata e le cuciture esterne iniziano a cedere. Nel giro di qualche settimana si apriranno del tutto e dovrò abbandonarli in una scatola sotto la scrivania di un ostello a Wellington...i miei scarponi, quelli con cui ho camminato in Korea ed in Islanda, sulle Ande in Patagonia e nei deserti in Bolicvia, quelli a cui volevo quasi bene come fossero stati vivi. Mi affezionio sempre in modo ridicolo alle cose, saròà per questo che non butto mai via niente, ma in questo caso mi è sembrato proprio di tradirli comprandone un paio nuovo. Farewell...