mercoledì 22 febbraio 2012

Camperavans e Kiwi

"Ho scelto la strada meno battuta...ora dove diavolo sono finito?"
Il camperavan è un mezzo di trasporto molto interessante per girare certi paesi. Sono furgoni,pulmini,SUV riadattati per poter ospitare un paio di letti e magari anche un bagnetto. Sì,come quei Wolkswagen Turingia dei frikkettoni anni '70. Quello della foto qui sopra è semplicemente un furgone, ma la scritta sul culo ne sa, per andare su qualcosa di più serio ci sono pick-up con cellula abitativa per due persone che sono quanto di più vicino all'incrocio perfetto tra campr ed auto ed ovunque le cose da vedere siano distanti tra loro ed immerse nella natura è ormai possibile affittarli.

I primi li ho visti in Islanda, mi hanno subito ispirato un gran senso di libertà...niente ostelli nè campeggi da cercare, niente zaini da rifare ogni sera, niente bagni al piano negli ostelli...

L'idea è quella di affitatrne uno non appena si arriva in un posto abbastanza sicuro, pieno di natura e di cose da vedere difficilmente raggiungibili con i servizi pubblici: la Nuova Zelanda è perfetta! Sì, una delle tappe dovrebbe essere la terra dei kiwi, dopo i paesaggi delleisole FaerOer di qualche anno fa si va nella vera terra del Signore degli Anelli! Ecco, per me quel paese è un enorme set cinematografico.
A dire il vero ho ancora le idee un po' confuse su cosa andare a vedere,mi piacerebbe ricevere qualche consiglio, ma è uno dei pochi posti in cui nessuna delle persone che conosco è mai stata, e posso dirlo davvero di pochi posti al mondo.

L'idea del camperavan ha un sacco di lati romantici: vado dove voglio io, quando voglio io, ci metto quanto mi pare e se cambio idea all'ultimo minuto nessuno può sventolarmi in faccia fee for cancelled reservation o qualche bus timetable, LIBERTA'!!!

I lati meno romantici sono il costo (ma me la dovrei cavare con poco, più o meno quello che spenderei tra ostelli e trasporti pubblici, non molto di più), il fatto che la Nuova Zelanda fa parte del Commonwealth, quindi si guida al contrario (ma ci sono talmente poche macchine...poi sono sopravvissuto in città in bici con quel balordo sistema) ed il fatto ch di motori capisco poco più di nulla, se la cinghia mi lascia a piedi nell'hinterland milanese pazienza, un carroattrezzi lo trovo, ma se  succedesse sulle montagnevicino ai Cancelli di Moria? cosa faccio, chiamo il meccanico sperando che il suo palantir prenda? E se non avete letto Il Signore degli Anelli capisco che abbiate difficoltà a sapere cosa sia un palantir e quasi vi commisero, buahahah... no, sul serio, fatevi un grosso regalo e leggetelo! : ) ...ed il film non conta, vi farà capire cos'è un Palantir ma non vi darà quanto il libro. Un libro così lungo è un vero viaggio dell'anima, un po' come nella mia mente è questo benedetto viaggio intorno al mondo.




lunedì 20 febbraio 2012

Destinazioni complicate - la Cina

Già, la Cina...tra le persone che ci sono state e conosco ci sono due categorie ben distinte: meno di due settimane e più di due settimane.
I "meno di due" hanno un viaggio organizzato, Pechino, Shanghai, esercito di terracotta, fine.
I "più di due" hanno uno zaino in spalla o un contratto di qualche mese come insegnante di Inglese, hanno visto più posti e cose sconosciute in Europa di quante si crede di conoscerne.

Avete mai provato a guardare la Cina con Google Maps? fa paura....migliaia di città enormi con più di un millennio sulle spalle. Quello che mi ha sempre spiazzato della Cina e di quello che ha a che fare con questo paese è la "profondità". Ogni cosa in Cina coinvolge milioni di persone lungo secoli. Pratico il Kung fu...da anni...eppure mi stupisco di scoprire ogni anno nuovi stili, ognuno dei quali è composto da una logica, una medicina, decine di esercizi fondamentali, forme a mani nude e con diverse armi, combattimenti ed intere filosofie. Questi stili sconosciuti sono stati praticati da centinaia di migliaia di persone che gli hanno dedicato la vita intera nel corso magari di 6 secoli. Vogliamo fare un paragone? tutti conoscono la Boxe. La Boxe arriva stiracchiata ai 250 anni, per come la conosciamo oggi ed ha milioni di praticanti, tutti la conoscono nel mondo, eppure ha un numero di tecniche estremamente inferiore ed è meno raffinata...

Quello che voglio dire è che se l'Europa richiede anni per essere conosciuta solo marginalmente,la Cina richiederebbe molte vite! C'è una quantità enorme di storia che ignoriamo perchè è la storia "di serie B"... quello che fa pensare è il volume della Lonely planet! sembra il dannato Signore degli anelli!

Cosa cerco in Cina...non si può fare un giro del mondo e non vedere la Cina, cavolo...è il paese del passato e del futuro, già l'idea di escludere gli Stati Uniti mènoma il viaggio, ma la Cina proprio non si può saltare. Cerco storia, cerco sapori, cerco paesaggi, cerco la Strada...la vastità del paese, il sentirmi davvero straniero. Ho iniziato a conoscere l'Asia dalla Korea...è l'Asia più facile, quella più occidentalizzata, ma basta poco spiritodi osservazione per vedere mille dettagli iimpensabili in occidente. Stare in un posto in cui nessuno parla nessuna delle lingue che conosci (e tra me e la mia co-viaggiatrice copriamo quasi tutte le lingue europee...utile, no?) e scoprire cose che non so.

Più prosaicamente voglio:
-fare un sacco di trekking
-vedere la grande muraglia, la città proibita, la città fortificata di Pingyao, Xi'an e l'esercito di terracotta come lo skyline di Shanghai
-navigare sullo Yangtze
-fare Tai chi nei parchi di Pechino
-mangiare tutte le cose nuove e sconosciute che mi capiteranno a portata di morso, eccezion fatta per cani e gatti, ma serpenti e topi ci potrei fare un pensiero
-imparare a cucinare qualche ricetta, quello voglio farlo in ogni paese in cui andrò, dal Dulche de leche argentino al Japchae coreano al pollo alla GongBao cinese

Cose che non potrò fare: andare in Tibet...ma ci proverò ugualmente :)

Pianificati un paio di mesi...non mi basteranno mai...almeno sarà un posto cheep, si spende relativamente poco in Cina, soprattutto lontano dagli itinerari turistici, a quel punto del viaggio (sarò in giro da almeno 9 mesi) sarò più animale che uomo, mi adatterò a dormire anche su giacigli di paglia...ma forse è quello che voglio, arrivare a quel punto, quella "vita vera". Ho fatto cose simili in passato, ma qui si parla di attraversare l'Asia via terra in 5 mesi...ma svelerò i pezzi poco per volta, se no che piacere c'è?

venerdì 3 febbraio 2012

Imparare dalle esperienze I

Non posso dire di essere un viaggiatore professionista, c'è gente che in 10 anni, 3652 giorni, ne passa circa 2000 in viaggio in posti sempre diversi, quelli sono dei PRO, vuoi che lo facciano per mestiere, per scelta o perchè non hanno di meglio da fare se non passare qualche mese a pianificare un viaggio lungo altrettanto, preparare lo zaino una sera e lasciarlo di fianco alla porta per partire la mattinadopo quando ancora la casa è silenziosa.

Io negli ultimi 10 anni non ho fatto vacanze o ferie, ho fatto dei viaggi, posti nuovi, "sfide" nuove, sempre appassionato dal trekking e dal perdermi nella realtà dei posti che visitavo, ma superando raramente le tre settimane. Ok, quando si inizia si fa un passettino alla volta, prima di fare il salto vero, quello grosso...quando si vuole saltare da un tetto all'altro...c'è chi prova gusto nel farlo, chi lo fa perchè vuole l'adrenalina di quando si vince la paura, c'è chi non salta mai e chi guarda il gap e dice "ma a me..che cosa mi cambia?", si gira e torna giù. Restando nel semplice caso che vogliate saltare e non l'abbiate mai fatto prima magari preferite fare due prove si stacco dove non rischiate di sfracellarvi, comportamento sanissimo, toglie molto all'esperienza in sè ma non mi sentirei di biasimare nessuno di così prudente...è quello che farei io per primo!

Comunque questa è l'introduzione ad una serie di brevi articoli, una gallery di episodi accaduti negli anni e da cui un qualche tipo di insegnamento sono riuscito a trarlo, l'ho messo in tasca e cerco di spendermelo mentre preparo la rincorsa per il salto vero...quello grosso...

2004, Highlands scozzesi: arrivare in cima
Viaggiavo quell'estate con due carissimi amici in giro per la Scozia, secondo viaggio da zingaro...intendo dire che a parte il volo di andata e quello di ritorno non avevamo programmato nulla se non un vago "andiamo in giro per la Scozia!". Questo tipo di approccio ci portò a passare la notte in un ostello di Glasgow con la finestra a pochi metri dalla carreggiata di una superstrada a 4 corsie...Anyway, nel corso del viaggio,dopo qualche giorno alle Ebridi interne, avevamo puntato verso le montagne a nord, verso il Ben Nevis, verso il cuore della Scozia, le highlands, per fare un po' di sano trekking. Dopo una notte in rifugio a Glencoe partiamo per un'escursione su per una montagna...per farvi capire il posto metto una foto "rippata" da un sito a caso:



Splendido paesaggio, salita agevole, seppure troppo fangosa, e discorsi molto profondi (differenza tra copyright e copyleft, l'innalzamento dello standard delle distro di Linux dopo il 2002, i pro ed i contro di Gnome e KDE,due ambienti grafici free software...discorsi sull'intima natura umana, insomma...).
Dopo qualche ora arriviamo alla sella tra due picchi; c'è molto vento, i miei compagni decidono di accucciarsi in una buca mentre io guardo una parete di roccia, tolgo la giacca e mi preparo a salire con solo un marsupio. Non sono un arrampicatore, me la cavo se la parete non è troppo ripida e difficile, in quel caso mancava pocoche fosse verticale ma la pietra offriva un sacco di appigli...ma saranno anche stati 40-50 metri senza una via segnata e senza alcun tipo di attrezzatura...una cosa da incosciente ampiamente sottovalutata, anche se fattibilissima...da una persona preparata..fattibile al punto che un paio di volte ho pensato seriamente all'elisoccorso! Arrivo in cima stremato...acido lattico anche nei muscoli delle orecchie (lo so che non esistono, ma la sensazione più o meno era quella), metto una mano sull'ultima pietra, mi tiro su e mi ritrovo con un border collie che mi annusa la faccia...per lo spavento non rischio di rotolare giù per la parete...
Con un passaggio ventrale da caimano rotolo maldestramente sulla vera cima...mi trovo innanzi ad un paesaggio meraviglioso! mentre cerco di reprimere il fiatone e di ignorare il vento che mi fa coprire di pelle d'oca ammiro le montagne che circondano Loch Leven (avete presente Harry Potter che cavalca l'ippogrifo a pelo d'acqua? esattamente quel lago), il sole filtra tra le nuvole e crea giochi di luce ed ombra dalle mutevoli geometrie sui prati delle highlands a 360 gradi intorno a me...giro per abbracciare il panorama in tutte le direzioni e mi trovo davanti all'improvviso la figura di un vecchio...
Un vecchietto in giacca di tweed verde-marrone, coppola di lana e bastone, seduto su un grosso sasso.  il cane gli sta vicino con la lingua penzoloni.
"Aye" la cadenza è quella scozzese,quindi le vocali sembrano tutte modulazioni della "U"
"Salve...bellissimo vero?"
"Aye"annuisce
"..."
"Sei venuto su da lì?" (D'd yuu cum' up fr'm theeur'?)
"Ehm...sì..."
Si alza a fatica dal pietrone e si avvicina al bordo, guarda di sotto e fischia
"Tu sei matto"
A quel punto due domande mi balenano nella mente  "COme si fa a scendere da qui?" e "COme diavolo ci sono arrivati qui un vecchio artritico ed un cane da pecore?!?!?"  seguite dalla più ovvia delle risposte, ma lui è più svelto e ridendo mi chiede:
"Perchè non hai usato il sentiero come tutti gli altri, bloody hell? ci vengono su anche le famiglie con i bambini, non senti che casino che fanno?"

Avessi fatto il sentiero non avrei "conquistato" quella sensazione arrivato in cima...o forse sì...chi doveva dirmi se c'era o meno un sentiero? forse potevo (dovevo?) arrivarci da solo prima di avventurarmi in qualcosa di estremamente stupido, ma forse non avrei goduto appieno della sensazione di euforia che ho provato lì su...avevo anche una foto, fattami dal vecchietto della montagna, persa in qualche cassetto...c'erano ancora le macchine fotografiche analogiche, la prima digitale l'ho avuta solo qualche mese più tardi.
Da quella volta ho sempre preso in considerazione l'idea di fare qualcosa di faticoso e forse anche un po' pericoloso pur di far mio un pezzo di natura, lasciarci su del sudore ed una sensazione forte. Non sono più stato un turista che sceglie il sentiero per famiglie e dimentica la passeggiata nel giro di poche settimane. Una passeggiata la si può dimenticare, una faticata come quella, invece, non me la dimenticherò mai, ne sono sicuro...e sono sontento di non aver trovato quel dannato sentiero...aye!



giovedì 2 febbraio 2012

Scelta dello zaino


In molti sui forum presentano delle guide su come scegliere l’attrezzatura per un giro del mondo. Tutti i beginners chiedono se esistono zaini abbastanza capienti per mettere dentro tutta la roba che gli può servire per 6 mesi in giro per l’Europa, se sia sufficiente uno zaino da 120litri più qualcosa di piccolo, circa 40litri per girare in città… gli esperti rispondono con volumi sempre più ridotti tanto più sono esperti…credo che uno che ha fatto 3 volte il giro del mondo consigli di partire con le sole tasche dei pantaloni, sempre gli stessi per 12 mesi, tanto si possono lavare ed asciugano in una sera… altri suggeriscono non solo il volume ideale, ma anche marca, modello, colore dello zaino, negozio in cui comprarlo e commesso a cui chiedere. Mi fido di chi è un po’ meno zelota e consiglia un 40 o 50 se si passa da climi freddi.

Io faccio il passo indietro e ragiono sul mio bagaglio.

Avendo fatto il backpacker in giro per l’Europa per un mese un paio di volte l’idea di usare uno zaino e non una valigia mi sembrava scontata…e vi assicuro che per molti non lo è, ho fatto due settimane con due amici di amici che giravano con un armadio con le ruote e se lo trascinavano avanti ed indietro per il Regno Unito, che fosse il cemento  liscio della stazione di Edimburgo, il selciato sconnesso a Piccadilly Circus o una torbiera del Connemara sulla via per i Cliffs of Moher.

Tornando alla scelta: sono partito con l’idea di portarmi quanta più roba possibile…idea ovviamente sbagliata…l’ottica del viaggio che ho avuto finora è stata quasi sempre quella di portare i cambi per tutto il viaggio, fare al massimo un bucato…

Ecco, il bucato in giro per il mondo è un’esperienza quanto mai varia…do alcuni esempi:

-2004: lavaggio biancheria intima in un rifugio nelle highlands scozzesi prima di un’escursione con arrampicata (in solitaria e senza attrezzatura, lasciato solo dai miei due pigri compagni di viaggio); un lavabo di pietra, shampoo ed acqua di fonte a pochi gradi sopra lo zero per fingere di aver lavato.

-2007: lavaggio in ostello sulle isole Faer Oer, atteso fino alle 3 di mattina che l’asciugatrice ci restituisse tutti i vestiti (meno un calzino, le asciugatrici ne mangiano sempre uno) compresa la miniatura di un mio lupetto di lana che possedevo dai primi anni del ginnasio…io porto la 52 di spalle, dopo il lavaggio stava come un top molto attillato alla taglia 40 della mia ragazza

-2009: lavanderia cinese ad Inverness, nord della Scozia…abbiamo avuto il tempo di fare la spesa e tutto era pronto, stirato e profumato…mica si può sempre essere sfortunati,no?

-2010: il nostro albergo di Busan, sud della Corea del Sud, ci aveva assicurato di avere “laundry facilities” e le valigie per i 22 giorni di viaggio on the road erano state calcolate su quell’informazione: peccato fosse una lavatrice lasciata arrugginiresul tetto del grattacielo in cui si trovava il nostro ostellalbergo...istruzioni tutte in koreano…bucato fatto a mano in una tappa successiva…

-2011: Hofn, Islanda…ancora una volta fatto l’una e mezza ad aspettare che l’asciugatrice ci rendesse tutta la nostra roba (ad eccezione di un calzino, dovrei provare a portarmi un calzino spaiato da donare come obolo al Dio delle asciugatrici) e svariati litri d’acqua nella lavanderia in cui navigavano bacinelle di plastica e flaconi di ammorbidente vikingo. Al vikingo piace avere il manntello di pelliccia morbido....

In un giro del mondo si ragiona diversamente, ci si porta i cambi per una sola settimana e si lava con regolarità tutto. Questo ridurrà drasticamente il volume di roba da portare ma introdurrà dubbi feroci ed amletici su quali magliette portare, quali pantaloni ecc ecc

Ovviamente per ogni nuova esperienza l’uomo parte da quello che già conosce. Il mio zaino dai 13 ai 29 anni è stato un Invicta Monviso 4 da circa 70 litri con apertura superiore. Il vantaggio di questo tipo di zaini tipici dell’alpinismo è il poter prendere o riporre gli strati di vestiario e l’attrezzatura da scalata nel perfetto ordine in cui si rendono necessari. Per un viaggio sono un INCUBO!!! Non importa quanta cura mettiate nel tenere nella parte alta le cose più utili, queste migreranno sempre verso il fondo risultando irraggiungibili. Questo porta a considerare zaini con l’apertura laterale, magari anche gli “zaini-valigia”, di quelli che si aprono come un trolley, grossomodo.
70 litri sembrano pochi…poi servirebbe uno zainetto da bagaglio a mano, magari da portare sul davanti…quella cosa scomoda per cui si passa la giornata a tirarsi su le spalline di entrambi gli zaini mentre la mobilità è ridotta a quella di una tartaruga col carapace bombato anche davanti.

Riassumo ciò che mi serve:
-qualcosa sotto i 60 litri
-spalline da zaino da trekking con cintura in vita
-apertura laterale
-zaino da portare a bordo ed un modo di agganciarlo allo zaino principale (detto anche “astronave madre della flotta aliena”)
-sostegno per la schiena
-sacca portazaino da viaggio e raincut (scoperto l’utilità di queste ultime due solo di recente)
-materiali antitaglio, antistrappo e cuciture rinforzate…questo è diventato un punto fondamentale dopo che il mio zaino del mercato ha perso la cintura durante il trasferimento su un mezzo anfibio in Islanda quando in seguito ad un’eruzione una massa di fango e blocchi di ghiaccio da 10 metri ha spazzato via 130 metri di ponte sul fiume. Finire il viaggio col lo zaino sul punto di autodistruggersi non è stato divertente!

La mia scelta:

Deuter Quantum 55 litri estensibile a 65 con zainetto da 15 che può essere attaccato sul dorso dello zaino-astronave madre o sul davanti.Ha anche uno scompartimento sotto da cui si estrae la sacca da viaggio che fa anche da parapioggia!
Materiali antiproiettile, zip laterali, cinghie un po’ ovunque…ora basta solo trovare un rivenditore da cui provarlo e comprarlo in rete ad un prezzo umano :D si parla comunque di uno scherzetto da 150 euro, spenderne 200 in negozio non so se mi va. Ma 170 sarebbe onesto e glie li lascerei, ma non per il modello marrone…come si fa a comprare uno zaino MARRONE?!? Eppure li fanno un po’ tutte le marche…Lowe Alpine, Mammut…nono, non si può vedere :P

Ok, scusate la prolissità, ma ricordo che è pur sempre la mia “terapia” pre-viaggio, no? :)