lunedì 24 dicembre 2012

Iguazú 2: le cascate!

La leggenda dice che un dio della foresta fosse innamorato di una ragazza ma che un giorno un eroe indio la rapì per sposarla e fuggì con una canoa sulle acque del Paraná attraverso la foresta. Per fermarli il dio colpì la terra e creò le immense cascate di Iguazú.

Mi sveglio la mattina presto per prendere uno dei primi autobus per l parco, sono circa 45 minuti di compressione su una strada rossa tra gli alberi, poi l'ingresso al parco. Salto la stazione del trenino e decido di fare un sentiero attraverso gli alberi, poi arrivo al paseo superior  e dopo dieci minuti mi ovo davanti alle cascate.
Resto a bocca aperta come davanti a poche cose in vita mia, come Guernica, come la Finigal's cave sulle Ebridi, come alla sala Verdi durante l'ottava sinfonia di Schubert, le piramidi... resto solo a guardare quasi commosso, un po' incredulo, un po' con la voglia di esultare per l'emozione.
L'intera giornata é un continuo fare foto con ingordigia nipponica, chiudere gli occhi per sentire le gocce d'acqua nebulizzata da un salto di 80 metri.
Il punto più bello é sull'isola che sta proprio in mezzo all'anfiteatro delle cascate e su cui arrivo in barca. Proprio vicino all'approdo c'é una spiaggia di sassi ed alcune persone che provano a fare un bagno...finisco per togliere scarpe e maglietta e sono dentro anch'io, pantaloni e boxer si asciugheranno ma non credo che mi ricapiterá l'occasione di fare il bagno in un posto del genere. É qui che conosco due italiani in viaggio in Brasile per un mese e scopro in rapida successione che hanno più o meno la mia età, che sono della mia provincia e che abbiamo amici in comune. Il mondo é davvero piccolo, girarlo sembra poco più che un giro del quartiere a volte! Comunque passo piacevolmente la giornata con loro, a vedere le cascate erba scappare dai koati famelici. Già, perché una della cose che speravo di vedere erano proprio i koati...al mattino mi sono addirittura trovato seduto per terra tra le sedie di un chiosco in mezzo ad almeno 20 cuccioli giocosi e curiosi, mentre poche ore più tardi i 50 avventori del ristorante con tavoli all'aperto del parco venivano messi in fuga dai loro affamati e determinati fratelli cresciuti e del tutto abituati a prendere vassoiate in testa. Anch'io me ne sono trovati un paio col muso nello zaino che mi é toccato rincorrere. Ma il premio "bullo del quartiere" va ad un koato particolarmente grosso (e prontamente ribattezzato "Gazza",come il grande Gascogne) che saliva sui tavoli a contendere i panini con la cotoletta dalle mani dei turisti.
La natura si adatta...chissà se un giorno non verrà a strapparci il panino dalle mani ed a dire "inutile che vi scaldate, qui comando io".

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