giovedì 6 dicembre 2012

Iguazú 1 - foresta, viaggio e ostello

Questa é una delle parti del viaggio che aspettavo di più, tornare a vedere la foresta dopo tanti anni...a 14 anni ho lasciato l'Africa nera dopo sei anni, li la foresta l'avevo avuta dietro casa e tutto intorno alle strade che uscivano dalla città e mi ero abituato ed affezionato ai colori, a quel verde impossibile, all'umido ed all'odore di terra, alle ombre che rendevano le foglie colpite dal sole ancora più brillanti. Quando di dipinge é difficile rendere l'effetto della luce sui dettagli che escono dalle ombre, per farlo si scuriscono le ombre perché questi risalgono. A volte la realtà non viene resa bene "dipingendola" nel modo più vicino al vero ma é aumentando i contrasti che le emozioni emergono davvero.
Ma questi sono solo pensieri che col report di questa tappa hanno poco a che vedere, quindi passo al racconto.
Partito alle 19dalla stazione di Retiro a Buenos Aires mi sono sparato un bel viaggio da 20 ore in autobus semicama, ovvero con i sedili reclinabili in modo da fare un specie di lettino abbastanza comodo per dormire e pasti caldi. C'é da dire che a distrarmi dal sonno c'é stata una splendida tempesta di fulmini durante le prime ore della notte, poi un co-passeggero che credo avesse ingoiato una spazzola ed  una scarpa perché il suono dl suo russare era esattamente quello di un mocassino che viene ingrassato con abbondante olio di gomito...tutta la notte!
Al mattino il panorama della sabbia rossa e degli alberi che diventavano sempre più fitti, dei piccoli villaggi intorno a "la Colorada", ovvero la Ruta 14 che é tutta rossa come la sabbia argillosa della zona che sembra un infinito Roland Garros. Questo é il primo "I'll be back" del viaggio, mi sta venendo voglia di un giro in moto del nord dell'Argentina per vedere la provincia de La Roja ed il deserto intorno a Salta...in moto sarebbe perfetto...ma ho come l'impressione che si sovrapporrebbe ad un altro celebre viaggio in motocicletta ed allora capisco molte cose delle scelte fatte da due matti su una vecchia Norton circa 50 anni fa.
L'ostello in cui sono stato é il Marco Polo inn, uno dei più belli che mi siano capitati. Completo, pulito, ben organizzato, tranquillo nelle camerate e vivo nel resto degli edifici con tanto di piscina, bar all'aperto, computer con WiFi e reception aperta 24 ore su 24.
Poi la gente qui é rilassata ed educata, ho conosciuto diverse persone interessanti, soprattutto Marilyn di Taiwan che stava al letto sotto il mio ed il receptionist notturno: chitarrista brutal-death con cui ho passato una nottata ad ascoltare gruppi underground sudamericani e bere Quilmes, visto che i suoi amici avevano deciso di passare il venerdì sera da lui. Dopo uno scambio di MP3 sono ripartito con un paio di giga di demotapes di gruppi ruttanti che suonano quasi tutti grind fine anni 80 in spagnolo. In compenso mi ha passato anche i Dark Fortress...sembrano i primi Dimmu Borgir, ma cavolo se son bravi!

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