Una delle cose più difficili e stato lasciare il mio laboratorio. Non ha senso scrivere e descrivere emozioni e pensieri, per 6 anni e' stata la mia seconda casa e spesso qualcosa di più...non e' stato facile andar via, ma non e' stato un addio definitivo e questo ha mitigato non poco imiei sentimenti.
Chiudere il mio ufficio, salutare, riordinare la mia roba e passare le consegne e' stata una fatica emotiva immensa, ho davvero pensato per un po' che davvero non sarei mai andato via. Sono cresciuto con la mentalità dei miei, che un posto fisso e' per la vita, che le aziende diventano una sorta di seconda famiglia (ed avendo vissuto questo in un'azienda come l'ENI ho molto presente anche questo "estremo").
Sono entrato con questa idea/speranza nel mondo del lavoro in un momento in cui tutto sembrava improntato alla flessibilità, soprattutto in questa zona del paese. La politica, una certa politica almeno, ne faceva bandiera nel programma ed in generale sembrava passare l'idea che solo gli sfigati ed i lavativi potessero desiderare qualcosa del genere.
Oggi che la disoccupazione è a livelli preoccupanti, che sembra impossibile trovare un posto fisso in un'azienda solida e per di più a fare un lavoro che piace davvero, io decido di lasciare tutto questo...e non posso non sentirmi tremendamente in colpa, nonostante sia fermamente convinto che la mia vita non possa essere condizionata dalle scelte di due generazioni che hanno giocato a fare gli Yuppies per trent'anni, scavando una voragine economica che hanno avuto cura di nascondere con un bel mazzo di fiori finchè la buca non è stata troppo larga e profonda...
Ma quando penso al lavoro non penso a tutte queste cose, non penso ai dubbi che avrò tra un anno, alla ricerca di un nuovo posto, penso a quello che ho lasciato ed a quello che mi resta.
Mi resta l'esperienza di un lavoro vero, l'entusiasmo per le cose nuove e la ricerca, mi resta la curiosità di sapere come vanno i materiali che ho sviluppato, ma soprattutto mi restano i ricordi delle persone, le frasi e le emozioni condivise, mi resta una grande cartina, mi resta uno specchio rotto che riflette mille ricordi, mi resta un sacco di nostalgia e di frasi non dette apersone che se lo sarebbero meritate (e per fortuna sono quasi tutte positive!).
E mi restano delle strette di mano che in futuro potrebebro essere la base per farmi capire come gira il mondo... ma di natura sono tanto nostalgico quanto ottimista, quindi la saudade è molto più contenuta :)
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