Tra i documenti particolarmente rognosi da ottenere il visto
cinese sta vincendo il premio “termiti nelle mutande”. Va richiesto entro tre
mesi prima dalla data di ingresso nel paese e dura 30 giorni se fatto in paesi
in cui il richiedente non risiede. Quindi Va fatto lungo la strada da qualche
parte nel sudest asiatico.
Un paio di anni fa mi è capitato di passare davanti all’ambasciata
cinese a Seoul. L’ufficio si trova su una collina molto alta e ricordo una coda
di almeno 500 metri, sembrava la casa di Prezzemolo a Gardaland a ferragosto…memori
di questa visione avevamo pensato che prendere il visto in un paese piccolo
potesse risparmiarci qualche centinaio di metri di coda,Singapore sembrava un’opzione
percorribile, soprattutto c’era la possibilità di incastrarlo tra Indocina e
Nepal.
Purtroppo Viv ha scoperto che le ambasciate cinesi possono
rifiutare di concedere il visto agli stranieri. Ovviamente la possibilità è
remota ma non potendo correre rischi questo significa che finchè non ci sarà la
certezza di avere un paese in cui poter ricevere il visto non sarà possibile
programmare un itinerario.
Devo dire che da un lato un po’di indeterminazione fa anche
piacere, dall’altro pensare di rimanere bloccati fuori dalla Cina…anche perché c’è
il piccolo dettaglio cheil volo per tornare in Europa parte da Pechino ed i
transfer internazionali sono concessi per sole 24 ore.
Ma torniamo alla soluzione del problema: le ambasciate
raggiungibili in quel periodo e che potrebbero concederle il visto sono a Singapore,
Kuala Lumpur e Hong Kong; il visto andrà richiesto dopo la partenza dall’Indonesia,
escludendo di poterlo richiedere in Cambogia, Vietnam, Laos e Nepal. Questo
porta a diverse possibilità:
Hong Kong potrebbe essere il posto più semplice in cui
ottenerlo, visto che ci sono un sacco di agenzie specializzate, ma anche il più
costoso dove stare ad aspettare una risposta. Oltretutto se venissimo “rimbalzati”
lì non sarebbe conveniente continuare a girare per l’Asia alla ricerca di un
impiegato magnanimo…
Un’altra possibilità potrebbe essere Taiwan, ma ancora non
abbiamo controllato se sia fattibile.
Ah, colgo l’occasione per festeggiare il nobel alla
letteratura per MoYan , il suo Sorgo Rosso è
stato uno dei miei incubi cinematografici infantili assieme a Fragole e sangue.
Io il cinema cinese di quegli anni non lo digerisco, niente da fare, più ostico
del neorealismo giapponese degli anni ’50…de gustibus :P
Nessun commento:
Posta un commento