martedì 9 ottobre 2012

Concerti in giro per il mondo


-questo sarà un post poco inerente al viaggio…a dire il vero non c’entra quasi per nulla, ma questo blog non deve essere un diario, è più una scatola in cui lanciare i miei pensieri, no? -

Dopo diversi mesi che non succedeva molto sul fronte concerti sono riuscito ad andare a vederne ben due nel giro di pochi giorni. Il primo è stato il concerto di un amico in birreria, molto divertente, ben suonato, bell’ambiente, il secondo è stato un rocambolesco concerto dei Paradise lost. Rocambolesco perché deciso 4 ore prima del concerto stesso, perché conoscevo 10 persone che andavano ma con cui non avevo preso accordi precisi e soprattutto perché nessuna di queste aveva il biglietto, cosa che significa “potrei paccare all’ultimo minuto”.

La musica è sempre stata una parte importante della mia vita, della mia quotidianità. Posseggo centinaia di dischi originali che conosco in gran parte a memoria, posseggo vinili rari che colleziono e centellino come bottiglie d’annata, ho speso da sempre i miei soldi di adolescente in CD e strumenti. E per i concerti, ne ho visti centinaia e ne ho fatti tanti anch’io, ho suonato un sacco di anni con un sacco di gruppi un sacco di generi musicali diversi conoscendo molte delle persone più care che abbia avuto nella vita. E sono un metallaro, quindi la conoscenza maniacale dei gruppi è nella mia natura. I metallari sono fatti così, deve sempre sembrare che abbiamo passato anni a studiare per ore i gruppi del passato, le canzoni, le formazioni…un fanatismo religioso! E questa forma di religione trova la sua massima espressione nel concerto!
Come amava ripetere con tono compiaciuto un mio detestabile professore di Cristianesimo Istituzionale Scolastico (chiamiamo le cose con il loro nome!) “ogni religione ha bisogno di tre cose: testa, testo e contesto”
La frase in se mi è sempre sembrata una solenne vaccata, ma non ero io il laureato in teologia…in effetti un po’ di senso potrebbe averlo senza quel “testa” ch serve solo a fare assonanza col resto della triade. Fosse stato “idea”, “concetto”, “dottrina”…comunque ogni religione può essere individuata da questi tre elementi.

Sorvoliamo sulla “testa”, ma parliamo degli altri due:
-testo: bibbia, corano,torah…o libretti dei CD! Ogni retro di copertina è un testo sacro per l’amante della musica, ogni testo le parole di un salmo in lode alla divina Musica
-contesto: comunità religiosa, rito religioso… o momento di aggregazione come un concerto, appunto!

Ed ecco che questo evento diventa per chi ascolta un certo genere di musica come la messa della domenica…ci si sente quasi in colpa a non andare…ci si sente lontani dalla divinità…e spesso si viene guardati con diffidenza dagli altri “fedeli”

Per chi non avesse idea di cosa sto parlando cercherò di fare una breve istantanea di qualcosa che sta in parte scomparendo da qualche anno a questa parte. Come fosse un raduno religioso centinaia (a volte migliaia, più raramente intere orde barbariche) di fans vengono da tutto il paese per vedere lo show. Conosco (e stimo grandemente) gente che prende un giorno di ferie per spararsi 6 ore di treno per i concerti anche 10 volte l’anno. Ho incontrato anche chi dalla Sicilia è venuto a vedere concerti a Milano per anni. Le ore prima del concerto sono passate rigorosamente in coda stringendo amicizie con persone che si rivedrà quasi sempre solo in altre code dei concerti degli anni a venire. Si discute l’ultimo album della band, i concerti visti in passato, le recensioni su internet delle date fatte in altre città d’Europa…e puntualmente un paio di invasati finiscono inesorabilmente alla gara del “chi ce l’ha più lungo”, ovvero l’elenco dei 150 concerti visti negli ultimi 10 anni, le condizioni climatiche più estreme in cui si è stati in fila ai festival e l’orrore dei panini coi crauti dei megaraduni in Germania!

Questo rito preliminare con annesso rosario corale di commenti,racconti, parabole dura diverse ore durante le quali cresce un senso di eccitazione, gli ultimi 20 minuti prima dell’apertura dei cancelli sembrano non passare mai. Il biglietto è stato comprato settimane prima, gli ultimi 10 giorni sono passati cercando di assorbire ogni nota degli ultimi albums, ogni verso dei testi e non si sta quasi più nelle scarpe dall’impazienza. Le transenne vengono scostate, i biglietti strappati e si corre a perdifiato verso il palco. Chi raggiunge la prima fila è ad un passo dall’altare, può quasi toccare Dio con una mano! Poi il concerto inizia e le parole studiate per anni diventano un inno collettivo, sembra davvero di ascoltare la preghiera più sentita che si possa immaginare mentre i musicisti, che in un primo momento vengono “venerati” come dei diventano alti sacerdoti, tramite tra l’uomo/fan ed il dio/musica!
Non è uno scherzo, in molti la vivono davvero così…me compreso, spesso. Non che voglia essere blasfemo paragonando un concerto alla religione (non che mi importi molto, devo dire…) ma vedo ogni volta una somiglianza spiazzante nelle emozioni del pubblico.
Ho visto gente piangere per una canzone che si ascoltava 20 anni prima da adolescenti (e parlo di bestioni da Harley e rissa con le catene. Mi sono gettato nel mare in tempesta del mosh pit più brutale e sentirmi sicuro e coccolato mentre le emozioni esplodevano tutto intorno selvagge.
Ho sentito il canto estatico di centinaia di migliaia di persone intorno a me ai concerti di band storiche come Iron Maiden e Metallica, un’emozione che raramente ho percepito anche nelle cerimonie più importanti.

Ma avevo detto che questo post avrebbe avuto qualcosa a che fare col viaggio, no? Beh, pare che abbiamo trovato il primo concerto da vedere on the road: gli Argephy!
Gruppo power metal un po’ datato e magari non troppo originale, ma andare a vedere un concerto in SudAmerica di una band locale ha un sapore tutto particolare! Sarà una delle mille cose che produrranno quello strano senso di “straniamento” che si avverte quando si vivono esperienze a cui si è abituati ma in contesti completamente diversi. SO exciting! e chissà quante altre volte mi capiterà in quest'anno di vedere un concerto...spererei nei Pathogen in Australia, a casa loro... e già mi mancheranno anfibi, jeans e giacca di pelle più del letto di casa mia!

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