domenica 13 gennaio 2013

Adiós Argentina - alberipigna, dogane, bus e bubboni

2 gennaio, ma non so quando avró una connessione per pubblicare la entry

Scrivo ancora da un autobus, questa volta quello da Puerto Montt a Puerto Octay dopo aver dormito circa 4 ore in un graziosissimo Otello familiare. Ieri il comodo viaggio di 6 ore si é trasformato in un incubo da 13 con tanto di coda in frontiera ed arrivo alle tre e mezza ad una stazione chiusa.

Lasciata l'Argentina per il Cile, non so se definitivamente (l'idea del giro nelle zone deserto di Salta é ancora lì) e faccio un primo bilancio:

-metá strada tra il sudamerica degenere dei film ed una faccia europea...bella e disorganizzata, ho trovato persone fantastiche con cui parlare di vita e di filosofia in uno spagnolo e sta pian piano diventando più sciolto e meno di emergenza...dopotutto se sono riuscito a tradurre e spiegare i primi versi della divina Commedia con tanto di disquisizioni sulla filosofia medievale non dev'essere poi così male...tuttavia i verbi al passato li sbaglio con costanza...nessuno mi corregge, ma vedo espressioni smarrite ogni volta che mi avventurò fuori dai verbi essere ed avere...

-ho scoperto che alcuni dei miei alberi preferiti che ho sempre i amato"alberi-pigna" sono Araucarie. Ieri ho attraversato un'intera foresta di quelle cose spinose e per la prima volta ne ho viste di veramente grandi, vecchie al punto che il tronco non era più coperto di foglie spinose...a volte mi esaltò per delle ca**alte, ma vederle all'ombra di un vulcano innevato é stato emozionante.

-ieri ho trovato un piccolo brufolino, il primo dalla partenza, oggi non c'era già più...e mi sono reso conto che per la prima volta in vita mia sono stato più di dieci giorni senza qualche tipo di puntino anche invisibile. Visto che mangio mediamente peggio che a casa (del cibo parlo dopo...) quale può essere la causa? Meno stress? Eppure credevo di essere sempre stato abbastanza rilassato come persona, a parte certi periodi come l'ultimo anno.
In compenso ho scoperto mio malgrado che le montagne in Patagonia sono infestate da tafani e moschini. All'apice del disagio ho avuto  punture di tafano (4 sulle braccia, una sul collo, una sulla basetta ed una sul polpaccio), 3punture di ragno sul fianco e diversi morsi di moscerino tra collo e testa...altri infortuni sono stati un taglio in testa mentre cercavo di farmi mangiare dall'albero del parco nazionale Tierra del Fuego ed un bernoccolo... durante un pezzo in autobus avevo la borraccia (600cc in metallo) nella cappelliera e qualche idiota per metterci in fianco la giacca l'ha spostata dal punto in cui ero sicuro che non darebbe caduta. Qualche chilometro e molte buche più in là ho sentito una botta in testa, pensavo che qualcuno mi avesse colpito con un estintore, po un paio di persone che sono venute a vedere come stavo...bene direi, a giudicare dall'ammaccatura sulla borraccia...che male...

-lo street food argentino é fantastico! bondiolas, bife de chorizo, choripan, milanesas, lomo, tutto quello che può essere grigliato, piastrato e reso panino  batte di gran lunga il cibo nei ristoranti. Sarò stato sfortunato, ma cucino meglio io di praticamente tutti i ristoranti in cui sono stato.
Pollo arrosto con salsa di panna e champiñones, il pollo era crudo
Pizza tonno e formaggio, pizza argentina di cui vanno fieri: base precotta, tonno non scolato e freddo, formaggio atroce e non fuso, e così é stato quasi sempre... non è questione di saper fare o meno le cose, è che in Cucine da incubo si mangia meglio. Deve essere stata sfortuna, non so, ma ho mangiato davvero male ogni volta che mi sono allontanato dalla vera raison d'etre della cucina argentina: la carnazza! sono davvero bravi con grigliate, piastre, parrillas e stufati di carne senza troppi fronzoli. E non solo per la materia prima spettacolare, perché agnello e manzo argentini sono ad un altro livello rispetto a quelli europei, ma perché sanno cuocerle alla perfezione. Ed essere perfetti su pezzi di carne grossi come palloni da calcio non é da tutti.
La grigliata di Javi per l'ultimo dell'anno era da restare commossi, ma ne parlerò quando riuscirò a scrivere il post su Bariloche.
In compenso l'astinenza da cibo comprato fuori é stata una buona scusa per ricominciare a sperimentare in cucina. Vado molto fiero di uno speciale chimichurry di prezzemolo e di un ripieno per le empanadas...si, ho imparato a farle, ma questo é nella seconda parte del capitolo Ushuaia, con Carlos y Wilma! Quante cose dicui devo ancora scrivere...

Un mese di viaggio, quante cose sono cambiante realmente? Meno di quante ne fossero cambiate nei mesi prima della partenza, ma sto passando una soglia importante, quella oltre cui non sembra più una vacanza. Ora una mezz'ora se non un'ora al giorno è dedicata alla ricerca dell'alloggio nelle tappe successive, alla ricerca di mezzi di trasporto per proseguire ed allo studio delle guide e dei siti di turismo (quando la connessione internet lo permette).
Un mese di viaggio e sono ancora in arretrato sulla maggior parte dei post del blog, visto che raramente riesco ad avere un computer vero a portata di mano. Devo ancora scrivere di tutti i posti più belli che ho visti e caricare le foto, dopo Buenos Aires é stato praticamente impossibile.

Foto: ho notato un decremento vertiginoso nella media quotidiana, da 80-100 a settimane in cui ne faccio una cinquantina pur vedendo un sacco di figate. E mediamente sono foto migliori :)

Guardo di più e riesco a lasciare che le cose scorrano, se qualcosa non mi va lo dico e seguo la mia strada, continuo a credere che tutti abbiano il diritto di essere degli idioti e di credere in quello che vogliono quando ho idee diverse ma me la prendo molto meno, saluto, zaino in spalla e salgo verso la cima più leggero e più veloce.

Un mese, ne mancano altri 11

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