Ormai faccio il personal motivator per gente che vuole dare un taglio alla propria vita per un po'...
Ogni tanto mi capita di scrivere delle email a proposito del viaggio e dele sensazioni che si provano e vorrei riportarle in qualche post...non che niente di quello che scrivo abbia valore più di una chiacchiera da bar, ma ogni tanto ci sono degli spunti di riflessione interessanti.
Questa è una di quelle mail.
Ho conosciuto Hyo-ju nel monastero in Corea dov'ero andato ad allenarmi, lei faceva un mese intero di permanenza ma al posto degli allenamenti marziali faceva servizi per la comunità. Già quella era una breve fuga dalla sua realtà ma evidentemente non è bastata...dopo anni di insegnamento vuole mollare tutto per un anno, viaggiare poi trasferirsi in campagna o in una piccola città, ma le paure di un passo del genere sono tante. In generale vedo molta gente che rimane paralizzata dalla paura delle conseguenze, esattamente com'ero io fino a due anni fa. Ho visto tanta gente che invece ha ignorato la paura ed ha saltato
Come in ogni salto ci sono due rischi:
-sbagliare nel prendere le misure,nel valutare le proprie capacità o nel preparare la rincorsa
-spaventarsi e frenare prima di spiccare il salto, non prendere nemmeno in considerazione l'ipotesi di provare o, nella peggiore delle ipotesi, saltare con la convinzione di non farcela
Ognuno di questi errori porta inevitabilmente alla caduta, poi quanto ci si faccia male è un'altro discorso...
Sulla valutazione e la preparazione al salto ci si lavora, basta essere persone assennate ed i rischi si riducono di molto, poi resta solo da vincere (o ignorare) la paura ed il salto si fa.
Beh, ecco parte della mail, credo che darei consigli simili a molte altre persone e non solo per quanto riguarda i viaggi o i "periodi sabbatici", ma per l'approccio stesso alla vita.
Hi Hyo-ju!
[...]PS:la forma sta da un'altra parte, lo so, perdonate l'itanglish ma non ha senso correggere per far bella figura :P
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