domenica 26 maggio 2013

Dal tempio pt.2: risveglio e Australia

Sono le 6.49
Sono seduto tra gli alberi del tempio superiore ed ho già fatto mezz'ora si preghiere cantate, mezz'ora di meditazione seduti mentre fuori dal tempio albeggiava, un'ora di meditazione camminando e qui gong ed un'abbondante colazione del tutto identica alla cena (e qualcosa mi lascia presagire poche variazioni al menù per i prossimi 10 pasti).
Alla fine della colazione Corey, un marine americano che sta una notte, si è alzato ed ha dichiarato:"giusto perché lo sappiate tutti, domani sera io mi sparo un barbecue"

Gli altri compagni di allenamento sono una coppia di francesi, un tedesco di origine coreana con un padre ultramilitarista che lo ha spedito a rimettersi in forma a patto che non si lasci riempire la testa di cazzate buddhiste, che ci hanno messo un sacco in famiglia a diventare protestanti per bene. Gli altri sono koreani, un ragazzo che non parla mai ed un signore anziano altrettanto loquace.

Tra un'ora ho il primo allenamento della giornata, quello di ieri sera non è andato male e visto quanto poco ho fatto i compiti a casa col kung fu negli ultimi mesi.
Ma ora faccio un passo indietro all'Australia.

La mattina del 25 aprile, giornata di feasta nazionale in Australia per la commemorazione dell'ANZAC, siamo partiti su un pulmino scassato da Alice Springs verso Uluru, o Ayer's rock (tra l'altro il signor Ayer il sasso non lo ha nemmeno mai visto, ci ha solo messo i soldi per la spedizione).
Sei ore attraverso un deserto di terra rossa ed alberi radi, spesso ridotti in carbone dai fulmini. Per quanto monotono il paesaggio è molto bello, ogni tanto capita anche di vedere un po' di fauna locale: emu, dingo, neanche un canguro.
Uluru è una delle cose che fin da bambino desideravo vedere e come ogni cosa a lungo attesa la paura della delusione c'è sempre. Ma il sasso più grande del mondo è un vero spettacolo che cambia ogni cento metri quando gli si gira attorno. Sono poi affascinanti le caverne in cui gli aborigeni venivano ad insegnare ai giovani mostrando antichi disegni. Qui abbiamo iniziato ad imparare qualcosa della cultura e della forma mentis degli aborigeni iniziando a capire il perché della loro condizione urbana.
Una società senza la proprietà privata in cui l'unica cosa che conta è la terra su cui si è nati e che sostenta il clan senza essere coltivata. Niente case,  niente metalli, nessuna tecnologia, solo leggende come insegnamenti morali, trucchi per sopravvivere trovando acqua e cibo e leggi durissime con punizioni da mitologia greca.
Per dei corpi inadatti biologicamente all'alcool ed agli zuccheri la civiltà è una trappola mortale che trasforma la loro stessa cultura in una seconda gabbia insieme ad alcoolismo, violenza, diabete e discriminazione razziale.
Lungo la strada ci fermiamo a far legna, poi andiamo a vedere il tramonto su Uluru mentre ceniamo con le cose preparate da Jake, il nostro autista e guida, che sarà bravo a fare il suo mestiere (e lo era) , ma che in quanto inglese cucina in modo agghiacciante:-)
Ma le luci che cambiano sulla grande roccia mentre sale la luna piena sono uno di quegli spettacoli che fanno dimenticare tutto il resto e che riempiono la memoria della macchina fotografica di decine di foto impercettibilmente differenti, ogni momento sembra estere più bello del precedente o se anche non lo è tanto vale finire la serie delle foto, no?
Col buio arriviamo un affollatissimo campeggio dove dormiamo attorno al fuoco nei sacchi a pelo dentro le swags...che sono solo dei sacchi a pelo senza imbottitura ma impermeabili e con un sottile (molto sottile!) materassino.
Di fatto si gela!
Sveglia alle 5 per fare colazione guardando l'alba risvegliare Uluru e po via verso Kata Tjuta, le montagne gemelle di Uluru. Ancora notte attorno al fuoco e sveglia alle 4.45 per iniziare a camminare nel King's canyon prima dell'alba per vedere sorgere il sole mentre si arriva alla pianura sopra alla parete.
Postero presto le foto, descrivere è senza senso :-) 

Ora chiudo in fretta perché uno dei cani del tempio sta scappando con una scarpa in bocca e vorrei provare a restituirla al proprietario prima che venga masticata troppo, poi correrò ad allenarmi al

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